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martedì 14 febbraio 2012

Ecco perchè è complicato lavorare sulla questione fondiaria ad Haiti


Attenzione: ci vuole pazienza, molta pazienza.. e non arrendersi fino alla fine.

Narro qui in forma riassunta un lavoro di una eminente specialista haitiana, M. Oriol (con me nella foto). Lo studio è stato realizzato nel 1987 in un Municipio del paese. Dal 1966 al 1987, vari conflitti maggiori si sono susseguiti, uno dietro l'altro, sulle stesse parcelle di terra.

Momento Uno (1966 – 1971)
Stiamo parlando di una superficie di poco più di 2 ettari e mezzo, spartiti in cinque campi. Un gruppo di eredi (della famiglia X) veniva contestato in toto da un altro gruppo (famiglia Y). Secondo Y, gli X stavano usando delle terre vicine alle loro (due campi) che, anticamente, appartenevano agli antenati di Y. A sostegno avevano trovato un comprovante rilasciato da un geometra, con data 1840 (avete letto bene). Questo docuento attestava che il loro antenato possedeva effettivamente 5 campi. Quindi, nel 1966, risvegliatisi dal sonno, volevano che X restituissero i 2 campi in uso.

Dopo le discussioni iniziali, nel 1968 gli Y, capitanati da Gian Battista, pagano un geometra per rifare i rilievi sul terreno, inglobando i due campi contesi. Immaginatevi il casino: altercazioni, animali mandati a pascolare sulle terre dei vicini, taglio di alberi sui campi etc. etc. niente di nuovo. Gli X, disperati, ma senza nulla di concreto in mano, sono costretti a cedere.

Sembra quasi fatta, ma tre anni dopo, 1971, i famigli X trovano, per caso, un atto di un geometra che, nel 1890 (cinquant'anni dopo) citava il lascito gratuito da parte dell'antenato Y dei due campi in questione alla famiglia X. Si procedette allora a una nuova operazione catastale che chiarisse la situazione, lasciando, di fatto, tutti in un regime detto dell'indivisione (nessuno aveva mai regolamentato nulla dal 1840 in poi).

Momento 2 (1971 – 1984)

Gli Y, incazzati per non aver recuperato i due campi, se la prendono, com'era ovvio, con colui che li ha portati a questa battaglia (dove hanno speso già parecchi soldi) e quindi contro Gian Battista. Ma non ce l'hanno con lui per questa battaglia ma per la divisione, informale, che lui aveva gestito dei tre campi di loro appartenenza. Vari sottogruppi di Y, vengono a reclamare la loro parte di eredità che nel frattempo, dopo la morte dell'antenato, era stata gestita da un'altra branca della famiglia. GianBattista, accusato di aver abusato dei suoi diritti e di aver venduto terra senza tener conto di tutti gli aventi diritto, rifiuta qualsiasi decisione. Vanno quindi a finire davanti il tribunale civile del dipartimento che, salomonicamente, decide di dare ai due contendenti (GianBattista e tutti gli altri sottogruppi) una autorizzazione (necessaria nel diritto haitiano) per fare un rilievo catastale (da parte dei soliti geometri). Il lavoro fu eseguito nel 1984, con conseguente negoziazione fra i vari contendenti, con i seguenti risultati:

-Una parcella, occupata da oltre 20anni da una delle eredi (sulla quale aveva costruito casa) viene attribuita ad un altro gruppo della famiglia
-Tre parcelle occupate da un gruppo vengono restituite a uno dei due sottogruppi che non avevano mai fatto valere in precedenza i loro diritti. Risultato, i famigli che operavano su quelle parcelle, incazzati neri, tagliarono tutti gli alberi, lasciando le parcelle completamente a nudo per i nuovi arrivandi.
-Il cimitero famigliare è stato occupato e messo a coltura da parte di uno degli eredi.
-Gli eredi di due campi si ritrovarono su terre parzialmente nuove che non avevano mai coltivato prima, lasciando delle terre alle quali avevano apportato parecchi benefici.

Le negoziazioni andavano avanti da un po' quando il nostro GianBattista decide di fare causa contro la divisione dell'eredità.

Momento 3

La storia non finisce comunque. Siamo nel 1985 e una delle eredi, nubile, con figli a carico, senza risorse ne lavoro, decide di lasciare la città dove abita da parecchi anni e tornare alle terre di residenza antica della famiglia, del nonno in particolare, per rivendicare due ettari e mezzo che erano stati lasciati, di comune accordo degli eredi, ad un'altra nipote. I soliti schiamazzi vari e poi si aprì una causa che, al momento dello studio, risultava aperta.

L'autrice ci fa notare che il bilancio, dopo questi anni, confermava che la preminenza degli utilizzatori realiu (chi sta sui campi da tanti anni) può essere rimessa in questione in qualsiasi momento da parte di co-eredi defraudati, ricorrendo al diritto formale.
In altre parole, più tecniche, l'imperscrittibilità di fatto della divisione ereditaria gioca sempre contro il principio della prescrizione acquisitva.

Il mio bilancio, più semplicemente, è: ma chi me l'ha fatto fa?

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