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mercoledì 17 aprile 2013

17 APRILE: 16 ANNI DI IMPUNITA’. GIORNATA DI LOTTA PER LA RIFORMA AGRARIA E LA GIUSTIZIA


16 ANNI DI IMPUNITA’. GIORNATA DI LOTTA PER LA RIFORMA AGRARIA E LA GIUSTIZIA
 
5 aprile 2012 – dalla pagina del MST http://www.comitatomst.it/node/1003
   
Quando eu morrer/Cansado de guerra/Morro de bem/Com a minha terra:Cana, caqui/Inhame, abóbora/Onde só vento se semeava outrora Amplidão, nação, sertão sem fim/Ó Manuel, Miguilim/ Vamos embora (Chico Buarque – Assentamento)

“Morire bene con la propria terra”. Purtroppo, molti senza-terra sono già morti senza avere una terra che abbiano potuto chiamare loro. Il massacro di  Eldorado dos Carajás, avvenuto nel 1996, sulla BR 155, nel sud del Pará, durante il quale 155 poliziotti militari ha usato armi da fuoco contro 1500 Senza Terra, tra i quali donne e bambini.
L’azione della Polizia militare ha assassinato 19 contadini e ha messo di fronte all’intero paese la questione della violenza nelle campagne contro quelli che lottano per la Riforma Agraria. Fino ad oggi, nessuno è stato punito per il massacro e i sopravvissuti, mutilati sia fisicamente che psicologicamente continuano a non ricevere la dovuta assistenza medica.
 Nel 2002, l’allora presidente Fernando Henrique Cardoso ha riconosciuto il 17 aprile come Giornata Internazionale di Lotta per la Terra. Il MST realizza durante il mese di aprile giornate di lotta, con occupazioni, marce e manifestazioni in tutto il paese, per fare pressione sul governo a dare rilievo alla realizzazione della Riforma Agraria e onorare la memoria di coloro che hanno perso la loro vita nella lotta per la terra.
 “Il nostro giorno di lotta è nato purtroppo a causa   Eldorado dos Carajás. Il latifondo è  di per se stesso violento e impedisce alle persone di vivere e lavorare nelle campagne. Quel che è successo a   Carajás ci dà forza e chiarezza per lottare fino a quando ci saranno latifondo e diseguaglianza, violenza e mancanza di democrazia” Pensa   Jaime Amorim, dirigente del MST nel Pernambuco.

Per Dom Tomás Balduíno, vescovo emerigo di Goiás co-fondatore della    Commissione Pastorale della Terra (CPT), “questo giorno ricorda la forza del percorso dei lavoratori del Campo da Zumbi di Palmares ad oggi. La lotta per la riforma agraria non consiste solo nel conquistare un pezzetto di terra ma nel cambiare il paese. E’ una lotta profonda ampia che mira a cambiamenti importanti “.
(…)
Sedici anni dopo il massacro, i conflitti nelle campagne continuano; durante quest’anno tre membri del MLST sono stati assassinati in Minas Gerais. In Pernambuco, altri due compagni del MST sono stati uccisi dai pistoleiros negli ultimi giorni.

 Jaime Amorim pensa che oggi la violenza contro gli insediati sia più selettiva “Abbiamo due tipi di violenza: la prima, praticata da grandi gruppi di latifondisti colpisce i leader locali come è successo quest’anno. La seconda è la violenza dello Stato che usa l’apparato giudiziario per impedire alle persone di guardare avanti e scorgere la prospettiva di una Riforma Agraria concreta. Il fatto che ci sono molti accampamenti che esistono da 10, 15 anni senza che ci sia stata l’espropriazione da parte dello stato, è di per se stesso una violenza”.

 Dom Tomas Balduino afferma che questa violenza esiste perché “il potere pubblico nega sistematicamente la Riforma Agraria, appoggiando il discorso dei grandi fazendeiros e delle imprese che afferma che ‘l’agrobusiness è il modello del progresso’. Tutto quanto si oppone a questo supposto progresso, secondo questa logica, è un ostacolo da rimuovere”.

 I media sostengono queste posizioni e la loro informazione riflette gli interessi delle elite alleate all’agrobusiness. “La stampa ha cambiato atteggiamento: un tempo criminalizzava i movimenti e squalificava la lotta e i dirigenti. Oggi tenta di ignorare le lotta sociali e la popolazione, senza informazioni, si allontana dal tema, facendosi l’idea che il movimento è smobilitato o che la lotta per la Riforma agraria non è più importante”, analizza il dirigente MST. (…)
Perché la Riforma Agraria diventi realtà e la felicità smetta di essere una fantasia bisogna lottare. Jaime Amorim afferma che “siamo molto animati in vista della giornata di lotta di quest’anno perché sarà una dimostrazione di forza. Stiamo costruendo una unità tra i movimenti delle campagne perché noi tutti siamo stati aggrediti dallo stesso apparato. Dobbiamo unirci per gridare insieme a voce alta a favore della riforma agraria e contro il latifondo”. (…)

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