Edizioni E/O
2013
Manuel, uno studente di filosofia dell'università di
Bogotà, viene arrestato a Bangkok con l'accusa di traffico
internazionale di droga: il reato è molto grave e rischia la pena di
morte. Il console colombiano a Nuova Delhi è incaricato di assisterlo;
mentre lo interroga si accorge che, nonostante tutto, la più grande
preoccupazione del giovane è rivedere la sorella Juana, scomparsa
inspiegabilmente anni prima e a cui è legato da un amore esclusivo.
Manuel è un sognatore, appassionato di letteratura e autore di graffiti,
Juana una donna forte, decisa a fare qualsiasi cosa per proteggerlo e
portarlo via da Bogotà, infestata di paramilitari e narcotrafficanti.
Mentre Manuel diventa uno studente modello, Juana conduce una vita
misteriosa che non condivide con il fratello, ma che non le impedisce di
aiutarlo. Il console raccoglie la storia del ragazzo e si impegna a
salvarlo ma intende anche ritrovare Juana servendosi dei piccoli indizi
che emergono dal racconto di Manuel. Dall'India alla Colombia, da Tokyo a
Teheran passando per Bangkok, il console farà di tutto per scoprire la
sorte di Juana prima che sia troppo tardi per Manuel. Santiago Gamboa
impone un ritmo incalzante a questo romanzo a tre voci, mentre disegna
un affresco inquietante di un mondo che, dall'infinita guerra civile in
Colombia al turismo sessuale in Thailandia, è afflitto dalla stessa
endemica violenza.
Un gran libro. Avevo letto di Gamboa La sindrome di Ulisse (luglio 2012) ma all'epoca non mi aveva del tutto convinto. Bello stile ma una storia un po' surfaite, come dicono i francesi. Questa volta invece l'ho trovato molto giusto nello stile e nella storia raccontata. Letto, anzi divorato in pochi giorni. Rischia di essere il top della Top 2013.
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