Siamo in Somaliland, un quasi Stato sognato dai nostri
leghisti, dato che è sempre più indipendente dal resto della Somalia. Non credo
che il riconoscimento internazionale arriverà tanto presto, ma dati i
precedenti, ultimo quello del Sudan del Sur, dovrebbero potercela fare. Certo
che, vista come sta andando nel Sudan del Sur, con la guerra un giorno sì e l’altro
pure, magari ci penseranno due volte a riconoscerli, anche se oramai la strada
è aperta.
La zona ad Est del paese è quella che in gergo UN security
si chiama una NO GO zone. Non ci si va, perché ci sono troppi conflitti.
Indovinate un po’ di che conflitti si parla? Uno a mille che indovinate. Terra,
sempre la stessa storia. Terra come sinonimo di risorsa, per cui si dice terra
per parlare di acqua…
I conflitti sono con i vicini del Puntland, un altro quasi
Stato che Salvini e i suoi adorerebbero. Ma è meglio qui in Somaliland, dato
che la situazione è abbastanza tranquilla. Certo abbiamo il coprifuoco alle
dieci di sera ma non è che ci siano tanti posti dove andare. In fin dei conti
nel 1991 questa cittadina era stata distrutta per cui va detto che hanno fatto
passi da gigante.
A bordeggiare le strade ci sono tanti alberi, coperti di
polvere buttata su dalle macchine che cercano di farsi largo con un caos calmo
che farebbe piacere al Nanni nazionale. Il paesaggio però è dominato da tanti
altri piccoli colori che si vedono penzolare dagli alberi. Tanti pezzi di
plastica che hanno fatto coniare il nome di Fiori di Hargeisa. La foto ne ritrae
uno di questi alberi con i suoi pezzi di plastica che pendono. Non pare sia
venuto a nessuno l’idea di organizzare del lavoro comunitario e cominciare a
pulire, quartiere per quartiere.
Mi vien da pensare che alla fine la plastica
se la mangino le tante capre che gironzolano tranquille alla ricerca di
qualcosa da mettere sotto i denti. Così poi la plastica la recuperiamo noi
quando ci mangiamo le capre. Chissà se è proprio così. Ddicono che all’aeroporto
se ci arrivi con una busta di plastica in mano te la ritirano, come parte della
campagna contro la plastica di cui l’agenzia Reuters parlava alcuni anni fa.
Vedremo domani pomeriggio quando ci andrò.
L’altro elemento comune del paesaggio è il caro amico Kalas.
Ne vedi tantissimi in giro, e ti vien da chiederti a cosa servano dato che non
si respira nessuna aria di minaccia. Agli incroci invece dei vigili con un
bastoncino colorato, tipo quello che si regala ai bambini piccoli, cercano di
dirigere il traffico. Ci mettono impegno, il casino è grande ma a parte un po’
di klaxon, sembra sia tutto normale. Si incrocia un amico e ci si ferma, con le
macchine, a salutare. Chi sta dietro strombazza ma poi a sua volta appena ne
vede uno, ripete pedissequamente la stessa storia.
Siamo stati a fare un giro al mercato. Non tante cose, e
soprattutto quasi tutto viene importato. Dall’ India o dai paesi arabi.
Peccato. Sto cercando una specie di coperta che gli uomini si mettono sulle
spalle la sera, fa freschino da queste parti, molto bellina… non ci siamo
riusciti ma i miei elfi si stanno dando da fare.
Ah, dimenticavo di ricordare che l’amico Kalas è il 47, il
fucile.
Cos’altro dire? Pubblicità dappertutto, di una cosa magica
che pare un giorno arriverà anche in Italia. Si chiama 4G. So che esiste in
molti paesi avanzati, per esempio Francia. Da noi mi hanno detto che esiste in
alcune zone privilegiate del paese. Io che abito a Nord di Roma, appena dopo le
antenne vaticane, mi sogno a volte anche la 3G. Pazienza.
Oggi abbiamo fatto il lancio del nuovo programma terra. Dal
vice presidente in giù, tanti ministri interessati, così come tante ONG e altri
attori. Si scopre quanto sia importante il tema per lo sviluppo del paese e in
questo caso va detto che il governo lo ha ben capito, mettendolo al centro
della sua agenda. Adesso bisognerà vedere quanto riusciamo a far sì che si
porti avanti un metodo inclusivo e democratico, centrato sulla gente e non
sulla tecnologia. Il Land Grabbing è già arrivato, i pastori perdono le loro
terre e la solita storia di sempre si ripete. Ci proviamo, e siccome ci piace
complicarci la vita, ci mettiamo anche le questioni di genere e i diritti delle
donne sulle terre. Farò sapere in seguito come vanno le cose.
Fra poco è ora di una zuppa al curry con chapati. Peccato
che per il vino o una birretta non ci sia spazio…
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