Forse adesso diventerà
più chiaro a tutti il senso delle parole di Papa Francesco sul fatto che la
Terza Guerra Mondiale sia già cominciata (http://www.repubblica.it/esteri/2014/08/18/news/papa_francesco_terza_guerra_mondiale_kurdistan-94038973/).
C’è voluto lo
sguardo lungo dello storico, Eric Hobsbawm, per spiegarci come le due guerre
mondiali in realtà fossero solo due tempi dello stesso problema, sorto già
dalla fine del ‘800 con il crollo degli ultimi imperi. Di fatto quindi avremmo
avuto un periodo di un unico mega conflitto mondiale che è durato quasi settant’anni.
Certo se uno avesse chiesto ai cittadini europei a fine ottocento se si
sentivano in guerra, avrebbero chiaramente detto di no. Se invece lo guardiamo
adesso, rileggendoci gli scritti fondamentali come The Age of Empire,
1987 e Il Secolo Breve, 1994, capiremmo meglio le sequenzialità storiche.
Stiamo vivendo
adesso nella parte decadente dell’Impero americano, che pian piano si sta
trasformando in qualcosa di diverso, sia per la contemporanea ascesa di altri
imperi, come quello cinese, ma anche per gli spazi che sono lasciati liberi e
non ancora occupati, dove si infila il tradizionalismo religioso. Il ritiro
dell’Impero americano nella forma conosciuta, cioè di un Governo democratico,
lascia spazi aperti: da un lato forse più che ritiro dovremmo parlare di
trasformazione, in un Impero transnazionale non più rispondente a istituzioni
democratiche. Un impero diverso, meno interessato al territorio ma più
semplicemente alla nostra borsa, ai soldi, si sta profilando. Nei suoi
interstizi prolifera l’integralismo di varie religioni. Ambedue arriveranno a configgere
perché alla fine cercano la stessa cosa, cioè il controllo delle menti: da un
lato per farci leggere, guardare e comprare quello che il mercato da loro
controllato ha deciso, e dall’altro per instillarci una serie di “valori” (fra virgolette),
che vanno esattamente contro questo modello. In mezzo, schiacciati tra i due
poli, rischiano di trovarsi le libertà di pensiero e i diritti dei cittadini.
Questo è il
momento che stiamo vivendo. L’attacco bestiale di ieri ce o rende molto
evidente. Non sarà l’ultimo, di questo siamo sicuri perché una volta iniziata
la guerra non può facilmente fermarsi. Già avevo scritto che si tratta di una
guerra asimmetrica, del tipo tutti contro tutti, dipendendo dai momenti e dagli
interessi. Non deve stupirci quindi che ci arrivi anche in casa. Non dobbiamo
abbandonarci alla rassegnazione, ma reagire. Se i diritti dei cittadini e la
libertà di pensiero finiscono in mezzo a questi schiacciasassi, senza reazione
da parte nostra, allora sarà finita per davvero, e per sempre.
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