Del territorio che una volta occupavano, è rimasto ben poco.
Ci hanno pensato prima gli inglesi, con la loro parlantina e il loro accento
oxfordiano, a togliergli gran parte delle terre, che servivano a scopi più
importanti: lo Sviluppo, con la esse maiuscola. Di colpo si sono venuti a
trovare con troppi animali rispetto alle terre disponibili per cui hanno
cominciato ad essere attaccati perché non-ecologici. Ossia, hanno un carico di
animali per ettaro troppo grande per cui le terre saranno degradate. Insomma,
bisognerebbe che riducessero le loro mandrie. Resta il fatto che comincia a
farsi strada, anche fra certe ONG ambientaliste, l’idea che questi Maasai non
siano ecologici e che sarebbe meglio metterli fuori dalla grande riserva Maasai
Mara, una grande riserva faunistica transfrontaliera tra il Kenya e la
Tanzania.
Abbiamo avuto un bel daffare nel cercare di spiegare a
queste ONG che sarebbe stato meglio prendere il problema dalle cause e non
dagli effetti. Cioè che se si continua a togliergli la terra, ovviamente ci
saranno sempre animali in eccesso, e di questo passo non si finirà mai finchè i
Maasai non saranno spariti a fare le attrazioni da circo come sono già
condannati a fare per sfamare la bramosia fotografica dei bianchi che vogliono
sentire il brivido della “loro” Africa.
La sfortuna addizionale di questi ultimi anni, è legata alla
presenza della Grande Rift Valley che l’attraversa in pieno. Grazie a una serie
di studi condotti dagli anni 50 in poi, si è scoperto un forte potenziale per
la produzione di energia geotermica proprio in corrispondenza della Rift
Valley. Alcuni (fonti UNEP citate da Misma: http://www.consolata.org/index.php/news/8543-dal-cuore-della-terra-arriva-l-energia-per-la-rift-valle)
arrivano a sostenere che ci sia abbastanza energia da soddisfare gran parte
delle esigenze energetiche africane.
Il problema è ancora quello: ci stanno i Masaai. Ancora una
volta, per portare lo Sviluppo con la esse due volte maiuscola, (adesso sarebbe
anche Sostenibile…), bisognerebbe che i Maasai si spostassero un po’ più in là.
Scrive un dottorando: According
to local elders, ever since the beginning of the exploration processes, they
have continually been forced to move to adjacent lands only for them to be
moved when a new project phase is initiated (Ben Ole Koissaba; http://www.culturalsurvival.org/news/campaign-update-kenya-maasai-protest-against-new-land-concessions-geothermal-extraction-kenya).
Forse la canzonetta italiana delle Sorelle Bandiera
diventerà il loro inno: Fatti più in là … https://www.youtube.com/watch?v=WYvJ95FY6OM
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