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domenica 24 giugno 2018

Povero Scalfari



Mi fa un po’ pena ma anche tanta rabbia. Il vecchio Scalfari, autoproclamatosi consigliere della casta di governo degli ultimi decenni, da settimane insiste nel proporre, come futuro leader del PD (che lui considera ancora un partito di sinistra), un personaggio come Mario Draghi. Cioè un eminente rappresentante di quella casta finanziaria e bancaria che gestisce il mondo in nome e per conto loro. Draghi, secondo Scalfari, sarebbe, assieme a Minniti (!!!) il miglior rappresentante della politica italiana, quello che ci ha salvato dalla crisi grazie alla sua misura (Quantitative Easing) destinata a dare soldi a palate gratis alle banche. Malgrado questo il sistema bancario non è affatto in salvo (mentre gli italiani lo sono ovviamente ancor meno).

Poi capita che lo stesso giornale da lui fondato, La Repubblica, lo sbugiardi in maniera clamorosa: sul giornale di oggi esce un anticipo di un articolo che sarà disponibile domani su Affari e Finanza. Il succo: “ Il mondo è sovrastato da una montagna di debiti: 237 trilioni di dollari (migliaia di miliardi), il 318% del Pil mondiale. … Gli ultimi sette anni, con i tassi di tutto il mondo ridotti praticamente a zero (grazie Draghi), sono stati disastrosi, dicono unanimi gli economisti internazionali interpellati da A&F, l’indebitamento è salito di oltre 50 punti percentuali rispetto all’inizio della grande crisi, proprio per la convenienza all’esposizione. … La tanto sperata riduzione dei debiti insomma non si è vista.”


Il menu delle possibili cause della futura crisi mondiale si avvale quindi di un nuovo argomento. Quello che è sicuro è che con questi intellettuali, la sinistra è sicura di essere vista oramai solo come la fonte dei guai, assieme a quei personaggi, tipo la Merkel, che hanno costituito l’asse portante della crisi strutturale europea.

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