La cena è stata molto simpatica. Sia per i cibi, nepalesi, meno piccanti degli indiani, molte verdure, innaffiate all’inizio da un alcol di riso benaugurante, che per le musiche e danze tradizionali. Ci dicono siano ancora molto vive queste tradizioni e chi va a fare trekking e passa nei villaggi le può vedere dal vivo.
Nepal, un paese dalle cento e più culture, lingue ed abitudini. La fine della guerra ha portato anche la discussione sul federalismo, e i vari gruppi che stanno preparando la nuova costituzione, che ha bisogno dei 2/3 dei voti per essere approvata, si sta incagliando proprio sulla questione delle culture e delle lingue. Quanti gruppi etnici principali riconoscere, essendo questa la base per decidere la spartizione del paese in sotto-stati, e quante lingue ufficiali dovrà avere il futuro paese: una, cinque o quattordici? Rischio che si b blocchi tutto.
Ed effettivamente ci alziamo lunedi con la città bloccata, causa sciopero imposto da un micro partitino monarchico che, oltre a richiedere l’accelerazione della discussione sulla costituzione, vorrebbe imporre più lingue e più stati, insomma un casino. Siccome le auto private e quelle del governo sono le prime ad essere assaltate, il risultato è che da stamattina non si è vista una macchina in giro, salve quelle delle nazioni unite.
Adesso la giornata sta per finire e si ricominciano a sentire i clacson dalle finestre.
Non è che ci sia un sentimento di paura, ma andando in giro stamattina (per presentarci al nostro ufficio),si vedeva una quantità non indifferente di poliziotti in assetto antisommossa.
Quindi seconda giornata a discutere il workshop sulle politiche fondiarie che apriremo domani: tre giorni di discussioni, col governo, le ONG, le opposizioni e chi più ne ha più ne metta.
Tema scottante questo, tanto che l’accordo di pace traballa proprio a causa della questione della riforma agraria che nessuno sa da che parte prendere. Domani darò qualche ragguaglio su questo.
Dimenticavo di dire che abbiamo trovato anche della musica interessante ieri a Bahtkapur. Vedremo l’effetto di riascoltarla una volta a casa. Ripenso per un attimo alle montagne che si stagliavano nette all’orizzonte arrivando con l’aereo questo sabato: un cielo limpidissimo e una muraglia immensa, da far venire i brividi, peccato non aver avuto la macchinetta. A domani.
martedì 23 febbraio 2010
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