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martedì 14 dicembre 2010

Paraguay: giorno 1

Come funziona un meccanismo di elaborazione di politiche, quanto si avanza e come ci si sente accompagnandolo dall’interno.

Il primo problema, per misurare di quanto si sia avanzati, debe essere affrontato avendo chiaro i seguenti punti: quanto pesa lo zaino che uno si é messo in spalla? Qual é la pendenza della strada? Che tipo di scarpe ci siamo messi addosso? E finalmente che tempo fa?

Si tratta di variabili che possiano controllare, assieme ad altre che non dipendono da noi. Dopodiché, dovremo misurare il camino fatto rispetto alle aspettative. Sicuramente se mettiamo tutto questo in mano ad un matemático, uno di quelli di “Numbers”, saprá trovare la formula che ci spiega, a priori, se abbiamo fatto abbastanza oppure no.

Questa lunga introduzione per dire che é sempre difficile misurare gli stati di avanzamento; basta vedere come lo fanno gli impresari edili dalle partid ove viviamo noi: a occhio, poi si butta li una cifra e ci si mette a negoziare.

Ecco, quello che vi racconto é una visione molto personale, che non pretende essere la veritá, ma solo una stima fatta da un geometra di campagna con qualche anno sulle spalle e qualche capello in meno.

La strada era molto in salita; per fortuna avevamo cominciato dal’inizio dell’anno a svuotare lo zaino e attaerrare dai sogni della campagna elettorale a qualcosa di piú concreto rappresentato da quello che le istituzioni esistenti dichiarvano essere le loro prioritá. Ovviamente cera ancora molto peso superfluo, e siamo qui non solo per fare la lista dettagliuata di cosa tenerci dentro lo zaino, ma anche per mettere da parte quello che non sia assolutamente necesario nella prima parte della scalata. Il tempo, ve l’ho detto ieri, si era presentato con un calore altissimo, 34-36 all’ombra a mezzogiorno per scendere a 12 gradi la sera. Una montagna russa, come ci diceva il consulente cileno: un caldo freddo continuo, che non facilita le connessioni nervose. Per ultimo, le scarpe. Globalmente penso che le scarpe (la squadra) siano le piú adatte per una impresa di questo tipo, date le caratteristiche del terreno. Suola mista, economista, scienze social, specialisti in monitoring e persone con credibilitá presso i settori social che sono prioritari per il governo.

Come tutte le scampagnate, hai voglia di dire alla truppa di economizzare le energie, ma quando si parte, col sole, un grupo di gente vogliosa di parlare, é ovvio che una parte importante del tempo se n evada via in canzoni, barzellette, tricche e tracche e bombe a mano. Cosí é stato. Ma almeno si é riusciti in un tempo ragionevole di romperé il ghiaccio iniziale: é sempre difficile fare il primo passo, e quindi era importante partire, fosse anche cantando canzoni “paillasses”.

Siamo partiti, le personalitá cominciano a mostrarsi: chin e approfitta per lanciarsi in discuisizioni che non finiscono mai, e che ha tendenza ad andaré fuori percorso, col rischio di portarsi dietro parte della truppa, chi invece ha fatto degli scherzetti agli altri e adesso sta attento a non farsi infilzare da dietro, chi invece respira l’aria aperta e si lancia in filisastrocche che non finiscono mai. Ma siccome tutti sono gentili, nessuno protesta e nesusno gli tira una scarpa in testa.

Ovviamente abiamo dovuto fare il punto della situazione, prima a metá giornata e poi alla fine della prima giornata, per vedere come indirizzare meglio il percorso di domani. Dobbiamo evitare che le prime donne dominino il dibattito e che gli screzi interni impediscano non solo al grupo di avanzare ma anche di continuare a riflettere e portare avanti non solo una gamba dietro l’altra ma anche una idea di cosa faremo oltre raggiungere la meta.

Questi sono i risultati che ci attendiamo: arrivare alla meta vivi, dimostrando che siamo in forma e che ci meritiamo i titoli di onore sui giornali, ma soprattutto avere una strategia per raddoppiare la posta: tutto sommato abbiamo scelto una strada corta, minimalista, in modo che il Gruppo Vacanze Piemonte ci arrivi intero e piú coeso; ma onestamente puntiamo piú in alto e questo ci obbliga a far si che si controlli meglio la strada, il grupo, e le scarpe, in modo da dare pian piano un ritmo che sia fatto meno di canzoni e piú di kilometri.

In montagna si impara pian piano a star zitti ed andare avanti: noi siamo ancora al primo giorno, molti dei partecipant forse non sono del tutto convinti che vogliamo arrivare in cima, molti sono qui perché preferivano venire con noi piuttosto che andare a scuola e obviamente mano a mano che accellererá succederá l’inevitabile sfrondamento del grupo. Dobbiamo arrivare in cima non proprio da soli, ma mantenendo questo spirito di corpo che un pochettino esiste. Cercare di rinsaldarlo durante la salita fa parte dei doveri ma anche delle difficoltá. Ancora non possiamo dire se ci arriveremo, in cima, ma ho piú speranze di questa mattina.

Fernando sembra abbastanza malato, forse é alla fine delle cure e adesso si riprenderá: é sicuro che la situazione é particolare, una occasione storica per dare dei segnali di cambiamento a questo paese: non glielo perdonerebbe nessuno se nemmeno ci provassero. E per questo siamo qua noi. Non vi parlo della mia organizzazione per motivi di caritá di patria. Un giorno ci torneremo.

1 commento:

  1. Bellissime metafore che rappresentano lo sforzo ke bisogna fare se si vogliono raggiungere risultati importanti. Continua a camminare papa che con noi dietro non cadrai mai!

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