Come lui stesso dice, contro tutte le aspettative, Netanyahu e il Likoud hanno vinto le elezioni di questo lunedì. Anche se non hanno i 61 seggi per una maggioranza assoluta, la probabile alleanze con l'estrema destra di Lieberman gliela daranno.
I neosionisti si confermano al potere e, con la rivendicata politica di espansione nei Territori Occupati e la dichiarata volontà di annessione della Valle del Giordano e il nord del mar Morto, un territorio che è giuridicamente sotto l'Autorità Nazionale Palestinese ed occupato illegalmente da coloni israeliani, si fa un grande passo in avanti verso la guerra.
Una regione instabile come quella meriterebbe delle personalità politiche di altro stampo, ma tant'è. Più a Nord abbiamo Erdogan che pretende l'aiuto dell'Unione Europea nella sua campagna di invasione della Siria e più a Est l'inestricabile questione iraniana che si scontra con i sunniti dell'Arabia Sunnita nello Yemen, Bahrein e poi, tornando a Israele, nel Libano.
Insomma, abbiamo tutti gli ingredienti perché una guerra più grossa scoppi, e presto. Certo, vien da pensare che dopo grandi sconvolgimenti come i conflitti mondiali, l'economia si è ripresa, si sono fatti passi avanti nel sociale e nei diritti e si sono rotti meccanismi di potere (come gli antichi Imperi e le potenze Coloniali) che sembravano eterni.
Chissà quindi che questi conflitti che i Grandi non vogliono fermare, non comportino nel lungo andare, dopo una bella catastrofe guerriera, un mondo diverso. Intanto prepariamoci.
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