Visualizzazioni totali

mercoledì 3 giugno 2015

Grecia: perchè dobbiamo sostenere Tsipras



Come si può leggere su praticamente tutti i quotidiani, si avvicina l’ora del redde rationem fra la Grecia e il gruppo dei finanzieri neoliberali capitanati dalla Merkel, seguiti a ruota da Hollande e con il Fondo Monetario, la Banca e la BCE di scorta.

Nella maggioranza dei casi si cerca di presentare il problema come un confronto fra gente civile e ragionevole, il gruppo EU-FMI-BM e un testadura che non vuol pagare i debiti e mettere in atto le riforme necessarie, il solito Tsipras. Si continua a ripetere che se gli altri europei indebitati hanno pagato, tipo Portogallo e Spagna, non c’è nessuna ragione per non pretendere lo stesso comportamento dai greci.
 
Messa così, è ovvio che, come scrive Le Monde, Grèce : mis au pied du mur par ses créanciers, M. Tsipras devra convaincre sa majorité http://www.lemonde.fr/europe/article/2015/06/03/une-autre-bataille-attend-alexis-tsipras-convaincre-son-parti-syriza-de-valider-le-futur-accord_4646081_3214.html. Insomma, sono i greci a doversi adeguare e basta.
 
Proviamo a guardare meglio di cosa stiamo discutendo: la sovranità popolare conta poco per molti politici, ma dovremmo imparare a rispettarla di più. I Greci hanno votato contro una serie di partiti che li hanno truffati per anni e hanno messo lì un partito che ha un mandato chiaro da rispettare, un mandato che significa innanzitutto il rispetto per il popolo greco e per le sue decisioni. Quel Basta! Alle intimidazioni che Tsipras ripete da giorni è un segnale che non va sottovalutato. Il punto è che quello che Tsipras rimette in causa è esattamente il modello economico-finanziario portato avanti dall’Europa dei banchieri e della finanza. Una Europa dove si proteggono quegli interessi e dove tutto il resto non conta. La BCE e il duetto Merkel-Hollande non possono pretendere di rappresentare l’Europa dei popoli, ma possono legittimamente dire di rappresentare l’Europa della finanza. Hanno difficoltà ad ammetterlo, soprattutto Hollande, probabilmente il peggior Presidente che la Francia abbia avuto in questi sesta Repubblica: partito con tante promesse, ha calato le brache e sta portando il partito socialista ai minimi storici, dando la possibilità a Marine Le Pen di giocarsela alle prossime presidenziali per la magistratura suprema. Aver voluto costruire l’Europa a partire dai soldi, senza far nulla sul versante politico, e questo negli anni quando gli equilibri politici erano meno conservatori di oggi, ha portato alla situazione attuale dove le redini sono saldamente in mano ai conservatori i quali non possono ammettere l’esistenza di critici all’interno dello schieramento (mi sembra di riecheggiare Renzi e i “traditori” del PD). Tsipras va annientato mediaticamente  per costringerlo a mandar giù il boccone delle riforme decise dalla BCE, FMI, BM e Merkel-Hollande. Il messaggio politico è chiaro: il voto dei cittadini non ci interessa. Voi dovete fare quello che vi abbiamo ordinato, punto e basta. Bisogna fare presto, ma non tanto per le scadenze dei debiti, ma soprattutto perché anche in altri paesi vengono avanti forze nuove, come i Podemos.. e il rischio che la rivolta dei sansculottes si estenda ad altre parti dello spazio europeo esiste, e va eliminata sul nascere.
Interessante notare che il più accomodante fra i vari partecipanti al gruppo dei duri, sia diventato il FMI il quale, per bocca della sua capa, ha fatto sapere che sarebbe disposto a dare una sforbiciata al debito greco in modo da renderlo realmente sostenibile e rimborsabile. Ma sono la Merkel e Hollande a dire di no, sia perché sono loro, anzi, le loro banche, le più esposte, sia per evitare il contagio politico.
 
Per chi non avesse avuto tempo di rileggersi la storia recente, riguardo l’evoluzione del debito greco, va ricordato che fino a pochi anni fa, quando stava per scoppiare il problema, si trattava di u debito quasi interamente privato, cioè delle banche. Le tergiversazioni tedesche (ancora  e sempre la Merkel), hanno permesso i giochetti delle tre carte in modo da trasferire il debito privato a debito pubblico.
 
http://www.eunews.it/2015/01/14/la-troika-ha-salvato-le-banche-non-la-grecia-ecco-perche-ora-il-paese-deve-ripudiare-il-debito/28422
 
Cioè, in altre parole: si sono protette ancora una volta le banche private, quelle che avevano stimolato le speculazioni e le spese pazze dei governi conservatori greci. Adesso che è diventato un debito pubblico, allora sì che i greci lo devono pagare. A altri livelli, ma è la stessa storia della crisi del 2008: chi l’ha creata, le banche e la finanza, non hanno pagato una lira, mentre i comuni cittadini sì.
 
Rimettere in causa questo modello è pericoloso, perché poi potrebbe estendersi ad altri settori, altri paesi e, insomma, rovinare le aspettative degli speculatori finanziari. Sostenere Tsipras quindi diventa una questione centrale nel dirimere il mondo che vogliamo da quello che non vogliamo più.

Nessun commento:

Posta un commento