[Cittadini europei] di terra, di mare e
dell'aria.
Un'ora segnata dal destino batte nel cielo
della nostra [Europa].
L'ora delle decisioni irrevocabili.
L'ora delle decisioni irrevocabili.
Stasera dovrebbe succedere il patatracchete.
O almeno così in tanti sperano. Una crisi voluta e creata a Bruxelles, fatta
crescere con comportamenti e decisioni irresponsabili. Dati ufficiali truccati (ma
di cui tutti erano a conoscenza) per permettere alla Grecia di entrare nell’Euro,
finché nel 2009 il Re, oramai nudo, deve ammettere pubblicamente di aver
falsificato i bilanci. Il debito era molto più alto di quello dichiarato, ma
soprattutto era un debito delle banche. Ecco la vera ragione per intervenire.
Salvare le Banche. La Troika e il FMI accorrono al capezzale del malato e
prestano 110 miliardi (mica bruscolini, avrebbe detto Totò) a cambio di misure
che rovinano l’economia ma, soprattutto, permettono di trasferire il debito
dalle banche allo Stato.
Una volta salvate le banche, dei cittadini
greci non gliene fregava più niente a nessuno. E difatti siamo lì ad assistere,
da anni, alla colpevolizzazione di un paese le cui pratiche erano conosciute da
tutti e i cui governi, di destra e del Pasok erano accettatissimi in tutti i
consessi internazionali. Cioè fra ladri e truffatori, ma con classe, si può
andare a cena e anche a festeggiare.
Il fatto che la Grecia abbia tirato fuori
dal cilindro il brutto anatroccolo Tsipras, in attesa di tirar fuori quello
bruttissimo dei nazisti di Alba Dorata, non è andato giù a nessuno di quelli
del giro di valzer (troika in testa).
La quantità di articoli letti in questi
mesi sulle colpe della Grecia, sulla intransigenza del governo democraticamente
eletto nei confronti delle imposizioni dei corpi non eletti di Bruxelles,
avevano lo scopo di preparare l’opinione pubblica al patatracchete probabile di
stasera.
L’irresponsabile (politicamente) Merkel ci
sta portando sull’orlo del burrone. Vuole spezzare le reni alla Grecia per
impedire il contagio. Se un paesotto come la Grecia osa ribellarsi ai diktat
finanziari, immaginate cosa potrebbero dire allora gli altri, Spagna e Italia,
che seguono nella lista di paesi più indebitati? L’intransigenza tedesca si
spiega solo così. Il rischio per l’economia tedesca ed europea è molto alto, lo
stesso Euro potrebbe venir giù se stasera non trovano un accordo vero. L’economia
tedesca, basata sulle esportazioni favorite da dei rapporti di forza perversi,
ha molto da perdere in questa situazione. L’idea balzana del duetto
Merkel-Hollande di un Euro a due velocità farebbe perdere molte fette di
mercato, perché i tedeschi perderebbe competitività e i paesi dell’Euro 2 ne
guadagnerebbero. Ma allora perché lo fa?
La ragione sta oramai sempre più nello
stesso groviglio di interessi che sta prendendo in mano il mondo, e non solo l’Europa.
La finanza ha bisogno di mettere in chiaro, con un esempio lampante, che le
regole le detta lei e non più la politica né i regimi democratici.
L’interesse dei popoli europei e oltre è
che stasera venga piegata l’arroganza dei banchieri e che l’Europa dei
cittadini trovi finalmente un riscontro al massimo livello. Basta con i diktat
finanziari e ricominciare a costruire un Europa unita a partire dal basso.
Peccato che per fare questo ci vorrebbero
de;;e persone di uno spessore intellettuale d’altro livello. Non certo questa
classe dirigente attuale. Questi al massimo sono capaci, come sta facendo
Hollande in Francia, di preparare il brodo di cultura per l’estrema destra
nazista che sta tornando in forze.
L’Ungheria ha dato l’esempio, e adesso
piccoli movimenti crescono, l’ultimo in Danimarca.
Incrociamo le dita, ma la serata si
annuncia molto complicata.
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