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mercoledì 17 giugno 2015

Va a finire che ci tocca morire seguaci del Papa



Da giovani gridavamo che non volevamo morire democristiani, poi la storia si è incaricata di presentarci il conto. Quello che una volta voleva incarnare i valori del progresso social-comunista pian piano è diventato un partito di sinistra-centro, poi centro-sinistra e adesso boh.. chissà cos’é.

Da giovani non eravamo così estremisti da voler bruciare i preti e le suore (parità di genere oblige) ma sicuramente volevamo mettere in chiaro che noi stavamo a sinistra di tutti quei baciapile. Dopo forse si sono scaricate le nostre di pile oppure loro hanno usato quelle ricaricabili, sta di fatto che da quando è arrivato Francesco da una parte e la generazione Hollande, Renzi e quell’altro spagnolo di cui non ci ricordiamo più nemmeno il nome, il tavolo si è ribaltato.

Senza andare a vedere altrove, tipo i famosi leader sudamericani, ma solo stando in casa nostra europea abbiamo fatto filotto con una serie di leader detti di sinistra che oramai rischiano di essere solo considerati come “sinistri”. Chi oserebbe ancora parlare del nomade miliardario Blair come di un leader della sinistra europea? E il tedesco Schroeder, quello che si fa i soldi consigliando i magnati russi? Dello spagnolo scomparso, Hollande e Renzi resta ben poco da dire.

Dall’altra parte arriva Francesco. E domani esce in tutte le edicole, e gratis, “Il Capitale” nella versione Bergoglio. Gli estratti letti fin’ora ci fanno morire d’invidia. L’unico rimasto fra i grandi del mondo a dire pane al pane e vin santo al vin santo. Un attacco ai finanzieri, agli speculatori, agli accaparratori di terre e risorse naturali di questo genere non lo avevamo mai sentito e sicuramente con questi liderini che abbiamo non lo sentiremo mai.

Da domani saranno tutti in fila per dire quanto apprezzano il messaggio del Papa e alle domande, che i giornalisti di palazzo non faranno mai, sul perché si è dovuto aspettare che sia il Papa a dirle queste verità e non loro, leader delle sinistre europee e mondiali, le risposte saranno degne di essere raccolte e pubblicate in una rubrica apposita da creare sul web e da intitolare: Facce come il didietro.

Anche sugli immigrati il Papa ci fa riflettere, e per questo, dopo aver seguito le disavventure di Ventimiglia di questi giorni e i vari servizi giornalistici sul fiorente commercio di armi europee, e russe, verso i paesi del sud del mondo (ricordatevi che Hollande è riuscito nell’ardua impresa di vendere addirittura l’incredibile aereo Rafale, dal costo unitario di 150 milioni di Euro l’uno http://www.usinenouvelle.com/article/les-senateurs-reevaluent-le-prix-du-rafale.N164290) mi sono buttato a fare la stessa riflessione che fa Bernardo Valli oggi su La Repubblica: noi europei siamo quelli che speculiamo sul mercato della morte, grazie alle vendite dei nostri aggeggi mortiferi, aiutiamo le dittature africane e medio orientali, nonché i movimenti estremisti islamici a sterminare le proprie popolazioni e, quando qualcuno di loro cerca di fuggire e venire a rifugiarsi da noi, chiudiamo le frontiere.

Sto cercando sui siti Padani qualche scritto del Bossi, Maroni o Salvini contro le esportazioni di prodotti alimentari di base italiani in Africa e Medio Oriente e contro i sussidi percepiti dagli agricoltori italiani e padani in generale. Non provo nemmeno a cercare delle loro posizioni contro i costruttori d’armi italiani perché, fosse per loro, bisognerebbe sparare non appena si sente odor di pericolo. Il giorno che gi starnazza tori contro gli immigrati organizzeranno una marcia sulle industrie italiane che commerciano armi e sul Ministero della Difesa che li aiuta, nonché contro i grossi produttori agricoli che distruggono i mercati locali africani, allora andrò anch’io a manifestare. Anche qui, l’unica voce fuori dal coro e comunque rivoluzionaria resta sempre quella di Oltretevere.

Zio Bill, se lo lasciano fare ancora un po’di anni, va a finire che sto mondo è anche capace di rimettersi a funzionare meglio. Certo che se anche noi, invece di continuare a sperare nei nostri derelitti partiti, ci dessimo una mossa, non sarebbe poi male.

1 commento:

  1. Evviva la 'rivoluzione bergogliana' ed evviva la semplicità. La sua grande forza è proprio di predicare come predica lui sapendo di potere essere capito da chi ha più bisogno, dagli abbandonati, dagli ultimi degli ultimi, da tutti quelli che hanno bisogno di protezione al di fuori dei confini di uno Stato. Questo non ha capito la compagine dei 'grandi della terra' . La chiusura delle frontiere altro non è che la 'globalizzazione dell' indifferenza' di cui parla Francesco che ci fa piano piano abituare alla sofferenza dell' altro chiudendoci a doppia mandata dentro noi stessi.

    Carolina Cenerini

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