Lasciava là il suo ragazzo, che ha scelto di barricarsi in
casa in quei primi giorni di cui ricorderemo per lungo tempo le foto, le grida
e le parole di un Presidente dichiarare, per la prima volta dal 1945, che
eravamo in guerra.
Una settimana dopo, serate con amici, a Milano e a Roma,
aperitivi, cene, discussioni, partite a carte e poi tutto il gruppo che abbiamo
visto crescere in questi quindici anni, a ritrovarsi a casa nostra ieri sera.
Momenti di relax per non pensare all’oggi, a quel volo che la sta riportando a
casa, in quella città dove è nata.
Una giornata di riunioni per me, interessanti o meno, legate
alle tante cose che sto cercando di portare avanti. Tutto con serietà, con
quella professionalità che si richiede nel lavoro, soprattutto quando lavori
per combattere la povertà nel sud del mondo.
Poi arriva una proposta, per condividere un piatto di
linguine alle vongole con tua figlia, e allora non esiti. Il mestiere del padre
è anche questo, esserci in questi momenti di stress per noi tutti, per lei che
torna a Parigi, per noi genitori … Mandi all’aria le riunioni, cambi priorità,
perché, come diceva una volta un caro amico vicentino, altre sono le cose
importanti della vita. Caro Roberto, che dicesti quella frase rimasta misteriosa
per noi compagni di università, ecco oggi quella frase ha preso tutto il suo
significato. Un piatto di linguine con tua figlia non ha prezzo.
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