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sabato 1 aprile 2017

Bangkok: eat & meet - la zona dei "fancazzisti"





Davanti all'ufficio nostro si trova la zona dei saccopelisti, backpacker o fancazzisti che si voglia dire. Data la modesta qualità della nostra caffetteria, spesso esco per pranzare in questi ristoranti, nonché per andare dal panettiere giapponese che si trova all'altra estremità del quartiere.

Sono interessanti da guardare questi giovani, in particolare il loro modo di vestirsi, contrastando con le forme e le mode Thai.  Nell'occidentale, giovane o meno, domina il vestirsi alla buona, stile "alternativi" di alcuni decenni fa. Ne vedi passare alcuni, arrivati oramai alla sessantina, che devono essere partiti a fare il loro viaggio iniziatico nel mitico oriente una quarantina di anni fa e non sono mai tornati. Occhio mezzo spento, cicca in bocca, e birra stretta nella mano. Il capello, quando c'è, è spesso arrangiato in un codino come andava di moda anni fa da noi. Il pantalone varia dal mezzo ginocchio, stile Afrikaner, al fricchettone lungo, colori sgargianti. Tutti tranquilli, nessuno chiede elemosina a nessun altro, anche perché quelli a cui potrebbero chiedere sono i loro stessi compaesani per cui la storia finisce lì.

Le ragazze sembrano venire dai freddi nordici a giudicare dalle chiome bionde slavate e dal bisogno fisico di esporre la pelle a quel sole che tanto deve mancar loro. Obbligatori i pantaloncini cortissimi, canotte e ciabattine. Pronte per la spiaggia, anche loro con la birra stretta in mano.

Sembra che l'attività principale veneto qui sia appunto di sedersi al bar, chiacchierare su quanto bella sia la Thailandia vista dalla terrazza di un bar con una birretta fresca in mano o addirittura un caffè Illy. Molti si avventurano a farsi fare un massaggio, quello ai piedi sembra il più in voga.

Parlandone un giorno con una delle colleghe dell'amministrazione nostra, giovane Thai, mi diceva che per loro è uno shock vedere queste giovani andare in giro vestite così, dato il pudore tradizionale della loro cultura. Due mondi che non si parlano, i turisti al bar a parlare di un paese e una cultura che visibilmente non li interessa, e i Thai a guardarli e servirli sperando almeno di portare a casa qualche dollaro.

L'assalto dei Tuk-tuk arriva alla fine della strada: per due soldi ti portano a respirare il fumo delle macchine dove vuoi. Dati i tettucci bassi, i tuk-tuk non servono a nulla per vedere il paesaggio, ma fanno parte del paesaggio loro stessi, per cui prima o dopo un giretto lo facciamo tutti.

Si mangia con pochi soldi, la qualità è buona anche se alla fine ti stufi dato che non variano granché. I più coraggiosi si siedono negli spazi rubati ai marciapiedi assaggiando lo street food di cui ho già parlato.

Un caldo bestia, ma tanto l'essenziale è star lì con gli amici e, come diceva Giorgio Gaber, rifare il mondo (con la birra che intanto si scalda): al bar Casablanca... (ascoltate la canzone https://www.youtube.com/watch?v=Re7mzbvFY-w)

1 commento:

  1. Mi piace molto Bangkok e la Thailandia tutta... specialmente il suo cibo... è sano e costa pochissimo... goditi quella città che non riuscirò a vedere mai... perche ormai ho chiuso con i viaggi intercontinentali...

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