Quando vi capiterà di leggere o sentir dire che il modello agricolo attuale, basato sulla chimica, sia l’unico possibile per tutti i contadini, prima di dire di sì ricordatevi di questo post che metto qui oggi.
Fonte: Le Canard Enchainé 25 ottobre 2017
A partire dal 2007, il Centro studi biologici di Chizé, nella regione delle Deux-Sèvres, ha arruolato 450 agricoltori per una esperienza in pieno campo unica nel suo genere. Dopo 5 anni di esperimenti su 45mila ettari di cereali, la prima raccolta di risultati ha dimostrato che riducendo dal 30 al 50% le quantità di erbicidi e di concimi si riducevano rendimenti di circa il 3-5%, ma che questa riduzione era largamente compensata dal minor costo di prodotti chimici comprati dagli agricoltori.
Riducendo della metà la quantità di concimi azotati e di erbicidi, il produttore cerealicolo registrava un aumento di reddito fino a 200 euro/ettaro.
Altrettanto stupefacente è stata la constatazione che la riduzione degli erbicidi non aveva un impatto significativo sul rendimento. In pratica seminando grano, molto competitivo nei confronti delle malerbe, elimina da solo quasi l’80% di tutte le malerbe. I pesticidi agiscono solo sul restante 20%, una percentuale che non disturba minimamente la crescita del grano.
Si sono chiusi pochi giorni fa gli Stati Generali dell’Alimentazione, organizzati dal governo francese, dove ovviamente ci si è ben guardati dal presentare queste evidenze che andrebbero contro gli interessi del agribusiness transalpino e mondiale. Una volta tanto il ministro dell’ecologia Hulot ne ha fatta una di buona, nel non presentarsi alla giornata finale dei lavori, considerando (come hanno detto i suoi collaboratori) che non c’era stato nessun passo avanti significativo e nessun impegno concreto preso dai partecipanti.
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