venerdì 16 marzo 2012
16 Marzo 1978: solo per ricordare
Il 16 marzo 1978, giorno della presentazione del nuovo governo, guidato da Giulio Andreotti, la Fiat 130 che trasportava Moro, dalla sua abitazione nel quartiere Trionfale zona Monte Mario di Roma alla Camera dei deputati, fu intercettata da un commando delle Brigate Rosse all'incrocio tra via Mario Fani e Via Stresa. Gli uomini delle BR uccisero, in pochi secondi, i 5 uomini della scorta (Domenico Ricci, Oreste Leonardi, Raffaele Iozzino, Giulio Rivera, Francesco Zizzi) e sequestrarono il presidente della Democrazia Cristiana.
Eravamo giovani, io ero anche rappresentante di Istituto al Canova e venni chiamato con urgenza in Presidenza; ci dissero cos'era accaduto. Ricordo ancora oggi il senso di vuoto, quando una cosa più grande di te ti cade addosso.
Non avevamo una percezione chiara di cosa potesse significare, ma certo non eravamo così ingenui da pensare che si trattasse di una cosa semplice. Certo che potevamo sperare si arrivasse un giorno a saperla tutta la storia, anche se i precedenti dal 1969 in poi erano già chiari. Che ci fosse qualcun altro ad operare in Italia per mandarci in direzioni decise altrove, tutte ben lontane da una democrazia consolidata, questo era chiaro. Più tardi arrivarono le scoperte del piano di rifondazione di Licio Gelli, poi sapemmo dei tentativi di colpo di stato di Junio Valerio Borghese del 1970, fino ad arrivare ad oggi con il vecchio materassaio che si dice contento per quello che BVerlusconi ha fatto, esattamente quello che lui proponeva allora.
Moro ha avutoi una vita politica complicata, non sempre chiara e trasparente come si è voluto ricordare ai posteri, ma certo ha pagato caro il credere che fossimo in democrazia e che fosse possibile associare le forze progressiste al governo. Con gli anni ste forze si sono svuotate da sole, per cui oramai non fanno paura a nessuno.
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