Leggo su un giornale satirico la storia di una partoriente nel nuovo blocco creato alla maternità di Port Royal a Parigi (dove fra l’altro è nata mia figlia). Si tratta del più grosso centro della zona parigina e forse dell’intera Francia, con una capacità stimata di 6000 nascituri all’anno.
Succede però che un giorno si trovino lí contemporaneamente 4 donne, assistite da altrettante ostetriche. Fin qui tutto normale, la catena di montaggio va avanti normalmente finché una di loro viene chiamata da un chirurgo per una urgenza in sala operatoria, e dato che il nuovo raggruppamento ha avuto come conseguenza il taglio del 30% dei posti (http://10lunes.canalblog.com/archives/2012/03/23/23829420.html) il suo posto resta scoperto. Poco dopo una delle partorienti ha la bella idea di mettere al mondo due gemelli, così che l’ostetrica che stava con lei ha dovuto chiamare aiuto. La collega, nella sala a fianco, è corsa ad aiutarla lasciando così due partorienti in attesa, da sole. Cose che succedono, anche noi all’epoca era andata così. Sfortuna vuole che una delle due metta al mondo anche lei un bimbo in quel momento: la porta si era chiusa e nessuno ha sentito le grida della donna, che in più era lì da sola. Il bimbo è nato ma una volta uscito fuori è caduto per terra battendo sul pavimento.
A quel punto pare si siano attivati tutti, e si spera che stiano tutti bene anche se, sottolinea il giornale, gli effetti sul lungo periodo di questa botta presa in testa saranno difficili da valutare.
Pare che i colleghi d’ufficio siano stati invitati a non far circolare la notizia. Così che l’unica fonte per il momento resta il Canard Enchainé in edicola questa settimana.
PS. A noi con Charlotte era andata meglio; nata con un cesareo, finché stavano finendo con la madre un’infermiera è uscita nel corridoio con la bimba in braccio e mi ha chiamato, dicendomi: questa è sua! Da quel momento ho dovuto imparare a fare il mammo.
venerdì 23 marzo 2012
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