Oggi che il sangue comincia a scorrere, in attesa del
chirurgo che, spero, mi rimetterà a posto, non posso non pensare a quella
missione dove tutto sembra sia iniziato: un’anemia perniciosa per fortuna
diagnosticata in tempo, dopo che i valori ematici erano scesi a livelli da
richiedere due trasfusioni urgenti (a proposito, sarà che col sangue di un’altra
persona ereditiamo anche il carattere di questa?) e una infezione posteriore,
infetta e fistolata che domani cercheranno di curare.
Penso a voi, dagli angolani Francisco e Txaran, ai
mozambicani, Marianna, Alberto, a Syprose nel Darfur e Carolina in Somalia, a
David che si prepara ad andare nella regione dei Grandi Laghi, a tutto il team
nel Narinho, in Colombia, nonché agli amici in Argentina e Uruguay : tutti
quelli che posso legittimamente considerare parte del nostro Team. Quelli che
hanno cercano, e cercano di portare avanti, nel concreto, una riflessione, un
punto di vista diverso, più umile, per quanto riguarda i complessi problemi di
accesso, uso e gestione delle terre.
Penso a voi, ma anche a chi non è più con noi, Marcos, Fritz
ed altri che, più recentemente ci hanno lasciato, Michelle, Kaori… e ai più
vecchi con cui lavoriamo da quasi vent’anni…
Ci siamo scelti un mestiere nobile, difficile da portare
avanti perché tocchiamo temi che fanno paura. La terra è potere e cercare di
cambiare le grandi asimmetrie esistenti non è e non sarà mai una cosa facile.
Provarci, dentro una Organizzazione che è anche lei il frutto di quelle
asimmetrie è ancora più difficile. Per questo, pensando a voi, penso anche a
tutti quelli che hanno scelto il cammino facile, il non sporcarsi le mani mai,
esser sempre intimoriti quando si parla di diritti dei più deboli, quelli per
cui stare dalla parte del potere vuol dire andare avanti e far carriera. Quelli
che non ho mai incontrato nè io nè voi, sul terreno. Quelli che non si rovinano
la salute come stiamo facendo…
La credibilità che ci andiamo costruendo grazie agli sforzi
che facciamo ogni giorno, non ha prezzo. Non cambieremo il mondo ma almeno ci
proviamo. Nulla di rivoluzionario, ma il solo fatto di ricordare i diritti
della gente oppressa, donne e uomini, indigeni e senza terra, sembra essere
considerato troppo di sinistra. Strano destino il mio e il vostro. Molti di voi
nemmeno votano a sinistra, ma difendono gli stessi valori e principi e per
questo siete e sarete tacciati di essere poco mainstream. Prendetelo come un
complimento, anche se ci sono e ci saranno molti momenti difficili.
Ricordatevi che se siamo arrivati fin qui, se i primi passi
li abbiamo compiuti, questo è stato solo grazie a un lavoro di squadra: non
arriveremo mai lontano se ci lasciamo prendere dai sogni individuali di
carriera. Siamo diversi in questo e altri punti rispetto ai colleghi
preoccupati delle loro carriere. Noi ci preoccupiamo di poterci guardare nello
specchio, la mattina quando ci alziamo, e siamo contenti quando possiamo dire
ai nostri figli: io ci ho provato.
Quindi adesso che approfitto di un momento di pausa, non
voluta, vi ricordo quello che vi ho sempre detto: cedete una parte del vostro
tempo, oltrechè ai vostri compagni/compagne, anche ai vostri colleghi in giro a
lottare negli altri paesi. Scambiarsi esperienze è fondamentale, fare squadra,
altrimenti ci fermiamo e non solo non andremo avanti, ma torneremo indietro.
Il nostro motto, scherzoso, resta sempre quello: Rabbia,
Libertà e Fantasia.
Paolinho,
RispondiEliminaGrazie per le bellissime parole, e più che altro per l’incoraggiamento che ci ha sempre dato. Non solo in questo post, pero da sempre. Hai ragione che dobbiamo avere gente accanto, camminare insieme e fare squadra. Secondo me dobbiamo fare cosi non solo nel lavoro, ma nella vita. Ci sono tante piccole (e grande) cose che possiamo fare uno per l’ altro, e che non costano nulla, neanche tempo. Per esempio, una bella parola, l’incoraggiamento in un momento difficile… A volte non abbiamo tempo fra tanti impegni e la vita pazza che abbiamo, pero questo è davvero importante. Un’altra cosa importante, è capire che non siamo avversari in disputa per qualcosa, non siamo in gara. L’unica persona che dobbiamo superare siamo noi stessi. Essere la migliore versione di noi stessi. Forse queste persone che tu nomini, che vogliano soltanto fare carriera, sono talmente focalizzate in difendere il suo territorio che vedono tutti gli alte come minacce. Mi dispiace per loro, prima o poi la vita gli presenterà un conto abbastanza alto. Io sono molto contenta per avere te e avere un gruppo di persone positive, brillante, motivate, intelligente. A queste persone auguro il meglio nella vita, tutto il successo possibile immaginabile, tutta la felicita e realizzazione. E molta forza per andare avanti, affrontare le difficoltà, avere pazienza con quelli che pensano di una forma diversa e più che altro, diventando la migliore versione di se stessi diventare pure paragoni per gli altri. “Role model”, questo che intento, sono contenta perche ne ho alcuni, e fra loro ovviamente tu nella “pole position”! Buona fortuna per l’intervento e una pronta guarigione. Torna presto perche abbiamo bisogno di te, raccordati.
Saluti dal sud dal mondo, M
Estamos juntos!
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