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domenica 6 novembre 2022

Brasile elezioni: promesse tante ma ricordiamoci del passato

 

Dal momento in cui Lula ha vinto (rischiando di perderle) le elezioni presidenziali, un coro di auguri e complimenti si è alzato da tutto il mondo e, qui da noi, da una gran quantità di “amici/che” di FB e simili.

 

Credo ci siano due aspetti in queste congratulazioni: da un lato lo scampato pericolo per il non rinnovo di Bolsonaro, alla quale ci sommiamo, e dall’altro il sogno di credere che con Lula al potere si realizzerà una politica di tipo “progressista”.

 

Tanti/e amici/che di FB si sono congratulati sognando ad occhi aperti, probabilmente perché non conoscono il Brasile e nemmeno hanno preso il tempo di ricordarsi dei molto punti oscuri del governo Lula precedente.

 

Non tornerò sulla questione strutturale del metodo usato dal PT per governare: comprare voti attraverso pratiche di corruzione che ne hanno minato la credibilità probabilmente per sempre.

 

Qui voglio solo ricordare alcuni punti fermi per chiarire perché il governo futuro di Lula non sarà un governo progressista e che le tante illusioni che in tanti si portano dietro finiranno nel calderone delle disillusioni a cui i politici a noi cari ci hanno abituato.

 

Governare il Brasile 

Basta guardare i dati definitivi delle ultime elezioni per capire perché Lula non potrà fare granché. La frammentazione dello scenario politico è tale per cui Lula ha dovuto organizzare un “campo largo” (come piaceva a Letta, segretario del PD italiano). Tra i partiti che hanno sostenuto Lula ci sono i dieci che hanno costituito la sua coalizione nazionale al primo turno: Federação Brasil da Esperança (PT, PV e PCdoB), Federação PSOL/Rede (PSOL e Rede), PSB, Solidariedade, Pros, Avante e Agir. Inoltre, PDT, Cidadania, PCB, PSTU, PCO e Unidad Popular hanno annunciato che saranno con il petista nel secondo turno.

Da parte sua, Bolsonaro aveva già una coalizione meno ampia al primo turno, formata da PL, PP e Repubblicani. Successivamente, PSC e PTB hanno annunciato che sosterranno la candidatura del presidente anche al secondo turno.

Le elezioni hanno dato i seguenti risultati:

 

Camera dei deputati (513 seggi in totale):





PT e alleati de Lula

80+17+14+14+7+4+3 = 139 seggi

Bolsonaro e la destra

99+47+41+12+6+4+3+1= 213 seggi

Altri (centristi e simili)

59+42+42+18 = 161 seggi

 

Senato (81 seggi)

 



 

 

Lula e alleati

9+3+1+1+1+1 = 16 seggi

Bolsonaros e la destra

14+6+6+3+1 = 30 seggi

Altri

11+10+10+4 = 35 seggi

 

Governatori (dei 27 stati che compongono il Brasile):




Lula e alleati di sinistra

  • PT – 4
  • PSB – 3 (partito di centro-sinistra, al quale Geraldo Alckim, vice-presidente della repubblica – storico oppositore di centro destra di Lula – si iscrisse mesi fa)
  • Solidariedade – 1 (centro-sinistra)

 

Bolsonaro e aleati di destra

  • PL – 2 (partito al quale appartiene Bolsonaro)
  • PP – 2 (centro-destra/destra)
  • Republicanos – 2 (destra)
  • Novo – 1 (destra)

 

Altri partiti non apertamente schierati

  • União Brasil – 4 (destra) ha lasciato libertà di voto ai suoi elettori
  • MDB – 3 (centrista) idem
  • PSDB- 3 (centro destra) idem
  • PSD – 2 (centrista) idem

 

Con questi dati, che confermano la maggioranza di destra, bisognerà fare i conti ogni giorno, per far avanzare proposte di legge e farle approvare dal Parlamento. La situazione è ben peggiore di quando Lula e il PT vinsero nel 2002, quando si decisero a ricorrere al metodo del “mensalao” per far approvare le loro politiche.

 

Ricordarsi il passato

Non voglio ritornare sulla questione della riforma agraria, di cui ho già parlato lungamente in altri articoli sul blog. Lula la promise come uno degli elementi strutturali della nuova presidenza, così da attaccare alle radici la povertà endemica del paese, e poi cambiò idea, così da essere criticato per anni dai movimenti contadini brasiliani.

Qui voglio solo ricordare altre questioni che i supporter attuali di Lula hanno dimenticato o non hanno mai voluto sapere:

 

Lula e la soia transgenica

La commercializzazione prima e la semina poi della soia transgenica è stata autorizzata dal governo Lula. Inizialmente come una misura pragmatica (per vendere gli stock esistenti nel paese ma giurando che non si sarebbe autorizzata nessuna nuova semina):

 

 http://memoria.ebc.com.br/agenciabrasil/noticia/2003-03-26/lula-issues-provisional-order-authorizing-sale-transgenic-soybeans

Brasília, March 27, 2003 (Agência Brasil - ABr) - The controversy over the sale of the transgenic soybean crop produced in the South of Brazil appears to have reached a conclusion. Yesterday afternoon (26), President Luiz Inácio Lula da Silva issued a Provisional Executive Order (MP) determining rules for commercializing the six million tons of genetically modified beans.

 

 

https://ictsd.iisd.org/bridges-news/biores/news/brazil-government-authorises-sale-of-gm-soy

Brazil Government Authorises Sale of GM Soy

3 April 2003

The Brazilian government’s decision to authorise the sale of genetically modified (GM) soybeans until January 2004 was met with outrage by environmental activists while farmers raised concerns over the terms and temporary nature of the measure. "It’s a serious attack on Brazilian justice", said Marianne Paoli of Greenpeace, referring to the ongoing injunction by a federal court on the planting of GM soy in the country. Paoli accused President Luiz Inacio Lula de Silva’s government of breaking an election promise to adopt a precautionary approach to GM crops.

 

E successivamente, pochi mesi dopo, l’autorizzazione per nuove semine:

 

https://www.nytimes.com/2003/09/25/business/brazil-to-lift-ban-on-crops-with-genetic-modification.html

Brazil to Lift Ban on Crops With Genetic Modification

Sept. 25, 2003

Brazilian farmers, the world's No.2 producers of soybeans, got the go-ahead today to plant genetically modified seeds this season after the country's vice president said he would lift a ban on transgenic crops. Vice President José Alencar, standing in for President Luiz Inácio Lula da Silva who is visiting the United States, Cuba and Mexico, said that he would sign a decree ending the ban, despite resistance from environmental advocates and their supporters in the government.

 

Lula e i diritti alla terra dei popoli indigeni

 

La questione della soia non è solo una polemica sugli OGM, ma ha avuto dei risvolti negativi sull’altro tema nel quale il bilancio è stato negativo: quello del riconoscimento dei diritti territoriali dei popoli indigeni, come lo ricordano gli articoli qui sotto.

 

'Soya is killing us' says Amazon tribe

March 6, 2006

President Lula will stay at Buckingham Palace from 7 to 9 March. His manifesto made strong commitments on Indian rights. But Brazilian Indian organisations say that under his government, demarcation of their land has almost ground to a halt, violence against Indians has increased and Indian health has seriously deteriorated with deaths of children from starvation reaching record levels.

https://www.survivalinternational.org/news/1415

 

Lula em Manaus: carta aberta ao presidente

22 de Abril de 2004

Por isso, senhor presidente, sua vitória nas últimas eleições despertou esperanças nas mais longínquas aldeias desse país, representando, para os índios, a possibilidade de concretizar o sonho de viver em paz e de ter seus direitos respeitados. Índios de 220 etnias subiram simbolicamente a rampa do Palácio do Planalto com Vossa Excia., celebrando antecipadamente a demarcação de suas terras, o reconhecimento de seus saberes, a valorização de suas línguas. Finalmente, um pau-de-arara nordestino, humilhado e oprimido como os índios, assumia a presidência da República. Era a volta do cipó-de-aroeira no lombo de quem mandou dar.

No entanto, dezesseis meses se passaram, nos deixando perplexos, porque não estão sendo cumpridas as promessas de campanha assumidas no documento 'Compromisso com os Povos Indígenas´. Não foi sequer realizada a prometida Conferência Nacional de Política Indigenista, que devia incorporar nos programas de governo o compromisso histórico, "afetivo e ideológico" do PT com os índios. Decepcionados, os índios queimaram recentemente, numa praça pública de Manaus, cópia do citado documento.

A ambigüidade da política do governo Lula em relação aos índios acabou favorecendo as forças que se opõem tradicionalmente à demarcação das terras indígenas.

[…]

P.S. Mais de 450 dias de governo e não foi homologada ainda a Terra Indigena Raposa Serra do Sol.

https://www.taquiprati.com.br/cronica/292-lula-em-manaus-carta-aberta-ao-presidente

 

 

Brazil urged to protect Indians

Wednesday, 30 March, 2005

Amnesty International has accused Brazil of failing to protect its indigenous population and set up long-promised reservations.

In its 32-page report, the human rights group says the "very existence of Indians in Brazil" is threatened.

Several Indian leaders have been killed by ranchers over land disputes.

The report is a blow to President Luis Inacio Lula da Silva, who had pledged a "clear, democratic, objective and coherent" policy on indigenous peoples.

http://news.bbc.co.uk/2/hi/americas/4392805.stm

 

Lula e il razzismo brasiliano

 

The racism of the Brazilian government against Mestizos

23/06-06/07/2006

In its ethnocide politics favorable to the division of the Brazilian people, the government chooses, thus, to feed preconceptions, to devalue the process of national mestizaje - happened in the own 'quilombos' from its origins - and to act against the Mestizo people identity and the idea of national identity. Worse, he chooses to determine what must be the “suitable” ethnic and racial identities and to repress the movements of affirmation of the Mestizo identity. Following the directives of the racial politics of the PT, local militants of this party have supported the representation of the Indigenous and Afro-Brazilian Culture in the Council of Culture of the State of Amazon and the exclusion of the Mestizo Culture, which implies in the exclusion, for example, of the culture of the 'Caboclo', of the 'ribeirinhos' and of the Northeasterners immigrants, basic elements in the formation of the  people of the Amazon and of its identity. Therefore in the reasoning of the PT's government, Caboco does not exist, but if it exists is 'pardo' (Brown), and being 'pardo' it is 'negro' and being Negro its culture already is contemplated in the politics of the SEPPIR for the Afro-Brazilians. If him don't call himself a Negro, he must call himself a Indigenous, but never a Mestizo - that is the etnocide speech with that the Mestizo movement has dealt.

https://www.nacaomestica.org/hemero_060623_060706_noticia_do_amazonas_pt_eng.htm

 

Insomma, grazie a Lula per aver battuto Bolsonaro, che poi tanto battuto non è. Adesso comincia il difficile, e il fatto che la sinistra non sia riuscita ad esprimere un/a candidato/a nuovo/a, giovane, in un paese a grande maggioranza fatto di giovani, conferma l’invecchiamento di un modo di far politica che, spiace dirlo in anticipo, non porterà risultati brillanti. Potremmo ricordare anche, ai critici che mi accuseranno di non voler vedere le tante cose positive fatte all’epoca dal governo Lula, che questo fu possibile grazie a una congiuntura internazionale di prezzi alti e altissimi per le commodities che il Brasile esportava, asse portante di una politica neoliberale voluta da FMI e Banca mondiale e appoggiata da Lula. Decidendo di non attaccare le radici strutturali della povertà, in particolare quella rurale, cioè decidendo di non fare la riforma agraria (tesi sostenuta da Josué De Castro fin dagli anni 50), Lula (seguendo il parere del suo specialista agrario Da Silva) si è ingraziato il mondo della finanza e dell’economia, limitandosi a fare la carità grazie al Bolsa Familia e all’inutile Fome Zero, programma sparito dai radar fin dall’epoca di Dilma Roussef.

 

Adesso la congiuntura è molto meno favorevole, e non saranno certo le ambigue posizioni di Lula sull’invasione russa in Ucraina che gli faranno guadagnare simpatie nel mondo degli affari.

 

Appuntamento fra un anno per analizzare i risultati veri.

 

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