Eugenio Scalfari intitolava così un suo famoso libro: “La sera andavamo in Via Veneto”. Beh ecco, noi possiamo dire che “la sera andavamo IN veneto”. Partiti sabato mattina per andare a cena a Santa Caterina, ritorno la domenica pomeriggio. 1100 kilometri per una cena… doveva proprio valerne la pena.. ebbene si.. ne ha valso la pena.
19.30 Aperitivo da Pitanta. Tappa d’obbligo quando si va a Vicenza. Baretto sotto casa della Consuelo, ritrovo abituale dei tifosi vicentini, di ieri e oggi. Foto alle pareti, dagli anni 50 fino alla Coppa Italia vinta anni fa. Icio Masson (abituè del luogo, mentore del “Valmarana libera”) non c’ era; ottimo lo spriz, così pure gli assaggini. Ma poi via a Santa Caterina, base delle rimpatriate.
Il principio è “chi c’è c’è” per cui stasera, a parte il gruppo base, mancavano Mauro e Roberto (C.) causa altri impegni. Menu leggero, pasta fresca, bresaola con mozzarelline, affettati, insalata e un tocheto de formajo per sgarbarse la boca. Per i vini, la cantina de Montecio ha contribuito, più apporti vari.
20.45: Mamma Cocò ha voglia di star con noi e ci accompagna per un secondo giro di aperitivi. Svariamo dalla FAO alla Vicenza di una volta ed alla nonna Adriana che ha staccato la spina, a 98 anni. Ci racconta della sua gioventù, dell’amore epistolare con Antonio, futuro marito, e del come per lei, giovane milanese, simpatizzante maoista, atterrare a Vicenza in una borghesia ben diversa a quella dove era abituata, fosse stato come scendere su Marte. Chissà se un giorno riusciremo a farla parlare di più di quei tempi, di com’era il vivere a Vicenza nei primi anni 60.
La battuta della serata comunque è sua perché ad un certo punto, come uscita dal nulla, ci dice, puntando il dito verso noi maschietti: noi donne avremo anche la menopausa che ci fa andar fuori di testa, ma dopo, toccherà a tutti voi con la prostata. Eccoci battezzati, il club della prostata (potenziale, in futuro, beh speremo de no... );, la cosa ci ha fatto partire in una risata lunga, finchè non è arrivato Barba, assente al momento della discussione, dicendoci che il suo medico gli aveva ordinato di fare degli esami, fra cui il PSA (esattamente quello della p… e quindi secondo scoppio di risate). Prima o dopo ci tocca a tutti fare i conti con gli anni che passano, a volte non è facile e non tutti li accettano.
22.00: Cena simpatica, allegra, voglia di stare assieme. Musica di sottofondo, il jazz del gruppo in cui suonava papà Antonio, un cd che poi Consu mi ha regalato. Un uomo imponente, grande, come un gigante buono, conosciuto le prime volte che ho frequentato casa loro, agli inizi dell’Università. Mi guadagnai da allora la fama di comunista, e secondo Cocò sarei arrivato tutte le mattine col Manifesto in tasca. In realtà sono da sempre un lettore della Repubblica e il Manifesto l’avrò comprato un dieci volte in vita mia, ma tanto fa…
23.00 Discussione sui prossimi viaggi, in particolare sto Darfur così difficile da mettere sulla mappa: la prendiamo alla lontana, What else? George Clooney che per la sua pera di sensibilizzazione su quello che sta succedendo in Darfur è stato nominato nel Council of Foreign Relations americano.. insomma arriviamo a parlare del petrolio, delle solite lotte per accaparrarsi le risorse naturali, petrolio, acqua, terra… la Cina, e questo ci porta ad ascoltare la Miky To Play, che ci lavora parecchio in Cina, così come in Russia, anche se Mosca non le piace proprio. Il business va bene, ma vorrebbe proprio trovare qualcuno che le desse una mano.
00.20: siamo fuori, sotto casa per gli ultimi saluti. Beatrice e Andrea che ci raccontano della figlia tornata da un anno di Sierra Leone e della decisione di iscriversi a infermeria. Bel gesto, un segnale di una volontà chiara di voler far qualcosa per gli altri, indipendentemente di dove ti trovi. Cresci è partito, restiamo un attimo con Roberta e Roberto. Non è un momento facile, ed è quando ti rendi conto della difficoltà di condividere i problemi con gli altri. Puoi ascoltare, ma hai sempre la sensazione che non sia abbastanza; li invitiamo a casa, magari passare qualche giorno fuori dai soliti posti può far del bene, chissà…
00.30 in macchina verso casa, passiamo davanti alla chiesetta di S. Agostino, quasi contemporanea di Notre Dame di Parigi (X secolo la nostra, romana di pianta, e il gotico francese del secolo successivo), ma quanto diverse. Guido piano e mi chiedo cosa mi resterà della serata, per cui cerco di fissare alcune idee prima di dormire, per metterle qui, in modo che se poi fra 6 mesi o un anno avremo voglia di rileggerle, le ritroveremo. Difficile rendere il senso della serenità mista alle difficoltà che molti stanno affrontando. E’ bello pensare che venire su, farsi una botta di kilometri così almeno stimoli a trovarsi, in un clima diverso, con voglia di cominciare ad approfondire la nostra relazione. Magari fra dieci anni riusciremo ad entrare in profondità nelle nostre cose. E’ importante che si sia iniziato, che si sia passata la soglia dello stare assieme giusto per fare due canzoni alla chitarra. Ognuno si porta dietro rogne e problemi, e pian piano si comincia a capirlo che stando assieme magari riesci a condividere, e già il solo fatto di buttar fuori ti fa sentire meglio. Costruire un’amicizia prende tempo, e per fortuna che c’era Barba a ricordare che l’ 8 settembre partirà una delegazione da Vicenza, roulotte e forse moto (Roby?), diretti a Formelluzzo.. per festeggiare i 50 anni di molti di noi. Vuoi vedere che la prossima volta ci vedremo qui?
PS. Dedico questo post a Barba che mi chiede come faccio a scrivere tanto e così spesso... ecco vedi... siamo tornati per vedere questa brutta partita ma intanto ho buttao giù due pagine, veloci, non pensate... sensazioni di ieri... ciao caro lettore
domenica 20 giugno 2010
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Grazie Palo di qeste belle immagini che ci regali. E come diceva il vecchio Giangi Oboe......mi la metto qua!!!!
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