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martedì 22 giugno 2010

Perché scrivere (e cosa scrivere) su un blog

Forse è per combattere la memoria che se ne va. Tante, troppe cose succedono tutti i giorni, in tutti i minuti, e non abbiamo piú la forza di star dietro a tutto, a volte nemmeno alle nostre cose, figurarsi quello che succede in giro per il mondo.

Da noi solo a star dietro all’interminabile lista di procacciatori, affaristi, escort, mafiosi, preti pedofili e compagnia fa venire il mal di testa. Allargando l’orizzonte trovi morti nel Darfour (dove dovrei andare in Agosto), undici soldati e poliziotti uccisi in Colombia (prevista per settembre) durante le elezioni presidenziali; a Caracas, capitale del Venezuela (prima di fine anno dovrei tornare anche li) si registrano 198 morti violente per il solo mese di maggio, piú che a Ciudad Juarez, Messico, molto piú gettonata nei notiziari televisivi.

Cerco allora qualcosa di bello sul web.. ma trovo l’eliminazione della Schiavone al primo turno di Winbledon e poco altro. Sará forse perché ognuno se lo tiene per sé quello che di bello si trova in una giornata, in un fiore che sboccia, in un sorriso, e invece risulta piú facile esternare il “brutto”. Chiaro che se poi pensiamo al ruolo che occupa il calcio in questi giorni, ed alla qualitá media delle partite, è ovvio che cercando “qualcosa di brutto” si trovino subito centinaia di pagine riferite al Mondiale.

Ma torniamo a bomba. Perché scrivere e cosa scrivere. Essendo il mio primo blog, ed anche i miei primi mesi, devo ammettere che la domanda mi è venuta solo dopo la cena dell’altra sera a Vicenza e la discussione con Barba. Il desiderio di cominciare a scrivere è arrivato quasi per caso l’anno scorso. Inizialmente casuale ma poi pian piano ha preso il sopravvento e sotto le feste ho cominciato a butta giú pagine. Pensate all’inizio come messaggi futuri per mia figlia, pian piano ho allargato anch’io l’orizzonte, pensando agli amici a cui uno non riesce sempre a scrivere e che magari sono interessati a sapere dove sei, cosa fai (o magari no, ovviamente).

All’inizio nasce cosí per raccontare i posti dove mi tocca di andare, per farli sentire un po’ piú vicini, piú veri attraverso piccole immagini di cose viste per strada, lette nei giornali o raccolte nelle discussioni con i locali, o mangiate e bevute lí. Ti viene poi la voglia di andare piú in lá, e non obbedire al consiglio che qui a Roma ti danno spesso: “Nun t’allargá!!”. Ti allarghi, e inizi a raccontare altre preoccupazioni, cose piú serie ed altre meno cosí che piú tardi potrai rimetterle in ordine. Dato che non usi filtri particolari, diventa anche un modo per vedere cosa ti ha colpito di piú, quel giorno, quella settimana o in questo specifico momento quando scrivo.

Rileggendo cose scritte in questi mesi mi rendo conto di star cercando di inviare un messaggio chiaro e forte: dobbiamo imparare di nuovo a parlarci, a conoscerci, a stare assieme. Girando il mondo questo punto torna sempre, da qualsiasi angolo lo si guardi. Quindi parlar di se non è necessariamente uno sfogo del proprio ego, ma diventa una possibilitá per raccontarsi ed invitare a raccontarsi, con la modestia necessaria per dire ecco, io sono cosí, e voi come siete? Il titolo dell’ultimo video: Un viaggio verso gli altri, di fatto racchiude il senso di questo blog: facciamo uno sforzo per guardarci dentro, perché cosí riusciremo a trovare la forza per iniziare il viaggio.

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