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lunedì 4 aprile 2011

Paola Bottero (ed Alessandro) a Formelluzzo



Tutto per colpa di Martoriati (www.mauromartoriati.com); lui e Paola si conoscevano giá vent’anni fa e quindi non era cosí strano trovare nel suo studio una copia, dedicata, di Ius Sanguinis (http://www.iusanguinis.net/index.php), primo libro di Paola Bottero (di cui potete sapere molto cercando sul net). Preso a prestito il libro, letto in un baleno, commentato su questo blog (26 gennaio) e, da lí in poi, la voglia di conoscerla e sapere che faccia ci fosse dietro quelle parole. E cosí ieri sera sono arrivati, lei, il suo compagno Alessandro e Mauro, per un aperitivo poi diventato cena, con altri amici che si sono aggiunti all’ultimo minuto.
Bella lei, ma anche bello lui, due persone che val la pena conoscere, per i loro sogni, le loro energie e la forza che trasmettono. Si è parlato non solo di Ndranghetown (di cui diró dopo averlo letto) ma anche di quel sogno che stanno lanciando loro due e che comincerá ad esser realtá giá a fine aprile. Manteniamo il riserbo finché non lo annunceranno loro.
Scrivere, raccontare storie da una terra bella e difficile, comunicare agli altri gli stessi odori, colori e sapori, le tre parole chiave per Paola quando pensa alla Calabria; tutto questo coniugato in un’iniziativa culturale che vada al di lá di questa geografia, che cerchi di portare messaggi di voglia di fare, di speranza e di lotta ad un pubblico che deve esserci lí fuori. Ma giá il fatto di provare a raccontare, a misurarsi con questi temi, partendo da vari punti di vista, le donne nel primo libro, il piccolo Silvio nel secondo, fa capire che il percorso sará ancora lungo.
Non conosco molti scrittori, uno sí, un belga amico nostro, e sappiamo un po’di quanto difficile sia misurarsi con le storie da raccontare, con la pagina (elettronica) bianca davanti; ma con Paola ho imparato che la leggerezza dell’essere esiste veramente, e che non è cosí insostenibile. Chissá quanto contribuisce Alessandro a tutto questo (penso molto francamente): fanno squadra, e questo mi fa pensare che negli anni a venire sentiremo ancora (e molto) parlare di loro.

Foto di Mauro, Alessandro e Paola, Paolo e Paola

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