Caro Matteo, come ti dicevo ieri, il piú facile è stato fatto, paradossalmente. Adesso viene il vero lavoro, le insidie, le soddisfazioni (speriamo) e le rogne (sicure).
Sempre ieri ti ricordavo come non bisogna mai scordare che, nel sistema elettorale attuale, si è eletti con una minoranza e grazie soprattutto alla divisione della destra che, altrimenti, avrebbe il 50 e oltre percento. Per cui lo scopo è chiaro: ampliare la base politica attraverso un’azione pervasisa e convincente nel periodo che durerá questa amministrazione. Non chiudersi all’interno a far i favori a quelli che vi hanno votato, ma pensare in grande, avere il coraggio di pensare al futuro, dentro i limiti imposti dalla ragionevolezza, dala mancanza di risorse finanziarie etc. etc.
Poi bisogna sempre ricordarsi cosa diceva un vecchio politico socialista al riguardo della politica: sangue, sudore e merda. Questo sará il tuo pane quotidiano da oggi in poi. Dal momento che si vince un’elezione si diventa responsabili di tutti i problemi del comune, dalle buche sulle strade alla mancanza di spiaggia (che rischia di avere un impatto economico non indifferente), dal traffico ai parcheggi e via discorrendo. Poco servirá dire che questa è l’ereditá ricevuta; tutti dicono cosí per cui è una scusa che vale poco. Soldi per fare delle cose ce ne saranno pochissimi, richieste invece non mancheranno, poi arriveranno le beghe interne per spartirsi il poco che c’è e insomma pian piano il famoso programma elettorale rischia di andare a finire nello spesso luogo dove si trova quello della “Fabbrica” di Prodi del 2005, cioè nel cimitero dei sogni.
Se non altro, nel caso tuo, hai la fortuna di avere alle spalle un gruppo di brave persone, con una esperienza precedente di Micol che potrá essere utile per capire cosa sia possibile fare, quanto spingere e su cosa. Dal mio piccolo osservatorio esterno continuo a pensare che Anguillara abbia estremamente bisogno di riempire il vuoto della parola “cultura”, attraverso una riflessione ed iniziative che riescano in qualche modo ad avvicinare la gente alla cultura e viceversa, tirandoli fuori dalle 4 mura domestiche, e addirittura pensando di farli diventare partecipi e iniziatori di proposte nuove.
Quella di cui parliamo da tempo, sull’Alteritá potrebbe essere la prima, facile, partecipativa e non partitica, che potrebbe permettere di aprire un cantiere di riflessioni su cos’è oggi Anguillara, chi siamo noi gli abitanti di questo territorio, cosa ci unisce e cosa ci divide ed imparare cosí a conoscerci un po’meglio. Non si tratta di sognare di diventare tutti amici, ma semplicemente evitare che le barriere dell’indifferenza (preludio all’insofferenza) comincino pian piano a salire sull’onda di una crisi economica (e di valori) nella quale siamo dentro.
Ma oltre a questa ci potrebbero essere delle altre cose da fare, e da questo punto Argo potrebbe porsi come un canale di facilitazione del dialogo con i cittadini e le associazioni. Mi ricordo il breve periodo della commissione cultura della giunta Minnucci, i primi mesi quando credevamo di poter esser utili, la soprpresa fra di noi dello scoprire quante persone interessanti, musicisti, artisti ed altro, vivano od abbiano contatti con Anguillara e che potrebbero, se adeguatamente stimolati, mettersia disposizione per condividere, magari attraverso semplici riunioni in biblioteca, le loro esperienze e competenze. Ripartire quindi dal territorio, accettando il fatto che magari all’inizio ci sará poca assistenza, ma avendo chiaro lo scopo che è di “scongelare”, rompere la freddezza abituale quando si parla di cultura e pian piano metterci dei contenuti, anche semplici magari, ma che non abbiano bisogno di cifre favolose, dato che i soldi ce ne saranno sempre pochi. Argo potrebbe anche aprire un sito dove invitare la gente a mandare suggerimenti, in modo da creare anche una base di idee e proposte, in modo che ci sia tempo e modo di discuterne, farne un programma e non iniziative isolate, ma dando la reale e netta sensazione che si parte dal basso. Come s’era detto, passate le elezioni potremmo vederci con piú calma, magari invitando qualche altro amico ed allargare fin da subito la riflessione.
Un caro saluto, Paolo
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