Visualizzazioni totali

mercoledì 23 novembre 2011

Campo minato

Sono stati giorni intense in Italia, ma varie cose sono anche successe fuori di qui. Cerchaimo di fare una rapida sintesi.

E’iniziato il processo di uscita dall’era berlusconiana; ci vorranno ancora anni sicuramente, e non è detto che, liberandoci di lui, riusciremo necessariamente a diventare degli italiani normali. Nel frattempo cosa leggiamo sui giornali? Da un lato le bombe nascoste nelle pieghe del bilancio e delle manovre preparate dal duo Berlusconi/Tremonti (la piú grossa essendo la delega assistenziale e fiscale) che se non vengono trattae rapidamente provocheranno dei buchi di bilancio crescente, il che significherá piú tagli o piú tasse (alcuni dei giornali di oggi ne parlano piú in dettaglio). Ma abbiamo anche i comportamenti provocatori di una parte dell’establishment economico, in particolare Marchionne che, proprio nel momento di maggior pericolo per il paese, quando tutti dovrebbero fare uno sforzo di concertazione per aiutarci a venire fuori dalla situazione dove ci ha cacciato il cavaliere, non trova di meglio che denunciare gli accordi sindacali ed aprire un fronte di lotta potenzialmente drammatico. La CGIL-FIOM non potrá restare con le mani in mano, e nemmeno il nuovo ministro del lavoro; ma mentre per la CGIL-FIOM è facile immaginare la risposta (Lotta dura senza paura), piú difficile immaginare gli spazi di manovra del ministro. Va detto che anche per la sergetaria generale della CGIL, S. Camusso, giá in difficoltá per tenere le anime dure della FIOM dentro spazi di concertazione nazionale, una notizia come questa non puó certo averle facilitato la digestione.

A livello internazionale, l’economista Nouriel Roubini, quello che aveva previsto la crisi del 2008, continua nelle sue previsioni catastrofiche sull’Italia. Nell'intervista rilasciata a Reuters Television a Mosca, ha previsto che l'Italia andrà in default l'anno prossimo, se non metterà in campo azioni aggressive contro il debito; default che comporterà automaticamente l'uscita dell'Italia dalla zona euro. La via crucis del nostor primo ministro epr cercare di riguadagnare la fiducia deimercati e degli investitori stranieri è lunga assai …

Finché Monti fa il giro delle sette chiese, intanto è scopiato lo scandalo Finmeccanica, confermando, se mai ce ne fosse bisogno, che le buone pratiche di mazzette ai politici continua come nulla fosse, tanto sicura è la casta al potere che nesusno potrá mai toccarla sul serio. Basta poi leggere le reazioni sdegnate di un Casini qualsiasi, quando il tesorierie del suo partito viene accusato di aver intascato una valigetta di 200mila euro, per capire che Mani Pulite è oramai un pallido ricordo. Con questi partiti e questa classe politica, è chiaro che la disaffezione del cittadino lambda non potrá che aumentare. I partiti politici, checché ne dica D’Alema, sono oramai parte del problema e sempre meno della soluzione. Fanno gli affari loro e non certo quelli nostri. Guardiamo i coatti della Lega e il loro parlamento padano. Tante sbruffonate contro Roma ladrona e poi cos’hanno fatto in questi anni al governo? Occupato le loro belle “cadreghe”, dimostrato una capacitá ridicola di gestione economica-finanziaria (Credieuronord - http://www.giornalettismo.com/archives/59269/banche-lega-ricordiamoci-credieuronord/ ) e poi, a livello di qualitá personale, espresso il loro meglio con Calderoli e le sue magliette. Nemmeno quando il loro fedele alleato era degenarato a livelli triviali, bordelli e puttane a piú non posso, non hanno osato dire nulla, anche perché secondo quanto racconta il libro su Bossi, “Umberto Magno”, di Leonardo Facco, il Senatur, almeno prima dell’ictus che l’ha colpito nel 2003, “andava un po’ con tutte” e, soprattutto, quelle che andavano con lui avevano assicurato un posto di prestigio, nel partito o fuori (http://www.blitzquotidiano.it/politica-italiana/bossi-sesso-luisa-corna-donne-663105/).

Ma sia chiaro, trovarne uno di partito che non sia affetto da questi problemi, sembra operazione impossibile. Esiste un roblema di fondo: mentre il capitalismo finanziario a livello mondiale si estende a macchia d’olio, travolgendo pian piano tutti i baluardi democratici (vedi la fine dei ragazzi di Occupy Wall Street a New York), a scala nazionale o comunque piú limitata, non ci si prepara a difenderci. L’Unione Europea in quanto tale non riesche a schiodarsi da una visione economicista, in linea con gli stessi rpesupposti ideologici del male che vorrebbe curare. La dimensione sociale e politica del’Unione non si è voluta fare, preferendo priorizzare la parte economica, avendo in mente un modello di relazioni sociali dove comanda uno, il dio denaro, e gli altri abbozzano. I diritti dei lavoratori devono essere negoziabili, al ribasso ovviamente, mentre i diritti del dio denaro e delle sue vestali (banche e istituzioni finanziarie) sono per definizione intoccabili.
Per metter in chiaro i rapporti di forza, il nuovo paese leader mondiale, la Cina, ha deciso di cominciare a sostituire gli operai in maniera definitiva mettendo al loro posto i robot: leggete I robot non si suicidano: ecco la soluzione finale Foxconn http://www.tomshw.it/cont/news/i-robot-non-si-suicidano-ecco-la-soluzione-finale-foxconn/34624/1.html. Le dichiarazioni del presidente Foxconn, Gou Tai-ming, sono quanto di piú chiaro si possa chiedere a un padrone industriale: "per ora" gli operai possono stare tranquilli; i cyber-colleghi si limiteranno a svolgere "mansioni pericolose, operazioni di precisione e operazioni che espongono agli effetti di sostanza tossiche".

Leggo un articolo interessante sul Le Monde Diplomatique di questo mese (Salvare il genere umano, non solamente il Pianeta, di Lucien Sève): effettivamente le considerazioni fatte dall’autore sulla mondializzazione via la finanza e sui suoi comprimari, in primis l’estremismo religioso, meritano di essere lette con attenzione.
Noi siamo qua a sperare che Monti ci riporti a galla, pagando bollette e debiti, ma alla fine non ci interroghiamo sul dove ci stia portando questo treno. Siamo sempre meno attori del nostro sviluppo, entriamo in un’era emergenziale dove bisogna lasciar perdere i nostri diritti, i nostri bisogni, in nome di necessitá superiori presentate con giustificazioni inoppugnabili: salvare l’economia se vogliamo salvare il mondo. Chi ci lavora nell’Emergenza sa che è il miglior sistema per non rispettare le regole e saltare tutti i paletti esistenti. D’altronde basta ricordarsi del nostro campione nazionale Bertolaso: non una delle sue oepre fatte in emergenza è riuscita a resistere negli anni, o vanno giú da sole per lacattiva qualitá dei materiali oppure sono i tribunali a metterci lo zampino a causa delle truffe che si sono mascherate dietro.

Questo è lo scenario dove vogliono portarci. Monti non puó farci nulla, a parte, se gli va bene, tirarci fuori (col nostro aiuto) da questa m… Ma se non si fa fuori questa casta, se gli industriali non cambiano passo nelle loro concezioni medioevali delle relazioni sociali, se le gilde del commercio non cominciano ad accettare il patto sociale e quindi a pagare anche loro le tasse, lo stesso per le professioni liberali, difficile che ne veniamo fuori. Chiedere sempre agli stessi, operai, classe media, funzione pubblica, difficilmente sará sopportabile, e reazioni anche violente devono essere attese.

Ma anche se ne veniamo fuori, ricordiamoci che siamo periferia e non centro dell’Impero e che quello che si prospetta come futuro immediato è ancora peggio. Dicevo alcuni giorni fa che bisogna rimettersi al lavoro, con l’impegno di tutti. Un processo lungo, la soluzione non è giá costruita, bisogna mettercisi d’impegno, assieme.. forza ….

1 commento:

  1. Molto lucido... le sfide sono tante. Non é per mettere tutta la fiducia nel governo técnico Monti, ma sono anche questi personaggi "meno politici" che aiutanno vedere che per lo meno esiste un altro tipo di politica, piu di servizio. Dal'altro lato della moneta ci sarebbe anche una societa piu "indignada" (a questo punto.. ma se gia no l'ho era con Berlusca al potere...) e comunque pronta per tirare su le maniche. Sono poche le persone rispetto al totale di italiani e nonitaliani, ma pure nella pianura padana gli ho visti. Bisogna lavorare localmente anche su questo.. tutti.

    RispondiElimina