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lunedì 14 novembre 2011

Lao e i suoi vari buddismi




Il buddismo che domina in Lao è quello della cosidetta scuola del sud (Theravada), un mix di rituali e credenze ancestrali ed importate, diverso dalla scuola del nord, importata dalla Cina e dal Vietnam (Mahayana). Gli specialisti dicono che le differenze tra le due scuole siano grandi come quelle tra cattolici e protestanti. Anche le architetture sono diverse (ma essendo io rimasto solo a Vientiane non posso apprezzarlo). La scuola del sud è più austero ed individualista, ognuno è responsabile per se stesso, mentre quella del nord è più legata agli sforzi del gruppo.

Il concetto base del buddismo Lao è quello di guadagnarsi dei meriti per l'aldilà (het bun). Più buone azioni si compiono più si diluiscono i peccati e più si guadagnano punti per la prossima reincarnazione. I meriti e le offerte si fanno ai monaci ed ai novizi, facili da osservare per le loro teste rasate e tuniche colorate tendenti al giallo o zafferano. Li vedi girare per la città con una borsa al collo dove mettono le offerte che ricevono dalla gente. Dopodichè tornano nei templi (Wat) per pregare e meditare. Stamattina sono stato al Talat Sao Mall (mercato dove prima o poi passano tutti i turisti), ed avevo davanti a me tre ragazzetti vestiti da novizi. Avranno avuto sui dieci anni, forse meno. La borsa a tracolla, giravano per il mercato. La cosa che li interessava maggiormente, tanto che ci sono tornati due volte (e la seconda si sono fermati a discutere col proprietario) non erano le offerte rituali di cibo, ma dei dischi di giochi elettronici, supereroi, mozilla, etc... ecco forse questo riassume la situazione: probabilmente avrebbero dato tutto pur di avere uno di quei giochi e poter giocare come qualsiasi altro bambino, invece di dover tornare al tempio....

Il That Luang che vedete nelle foto è il simbolo nazionale del Laos. Ci sono andato a piedi, sotto un sole cocente, passando per i campi Elisi locali che sbucano sull'arco di trionfo (Patouxai - vedi foto). Il tempio è una ricostruzione datata del 1930, dato che i precedenti erano stati distrutti nei secoli scorsi, l'ultima volta quando verso il 1870 un gruppo di banditi cinesi venne a rubare tutte le cose preziose della Stupa lasciandola in uno stato miserevole.

Girando a piedi per il centro ci si imbatte in molti ristorantini, molti negozietti (ma non ho ritrovato il sarto che faceva le camicie in Batik come quelle che mi ero fatto fare nel 1993), tanti motorini e adesso anche tante macchine. Come ho già detto molti sono i turisti. Le differenze tra questo grosso villaggio e le altre (poche) capitali asiatiche che conosco: il rumore, che rimane ancora a livelli più che accettabili; gli odori, più forti verso l'ora di cena quando si accendono fornelli e bbq un po' dappertutto per strada, ma a parte questo non c'è puzza di acque sporche e di immondizia buttata via; e il fatto che nessuno ti disturba, chieda l'elemosina quando vai in giro. La cucina è più che dignitosa, il riso ricco di glutine (sticky rice) che hanno qui non ce l'ha nessuno. Ieri ho mangiato un pollo al curry verde con bamboo ed altre verdure, una delizia. Stasera... vedremo....

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