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martedì 29 novembre 2011

Oggi é morto un Uomo

Forse nessuno di chi legge questo blog sa chi sia stato Lucio Magri, morto per sua spontanea volontá (suicidio assistito si chiama) all’etá di 79 anni. Io ero ancora piccolo quando vidi arrivare in casa le prime copie del Manifesto (quotidiano da lui fondato nel 1969) che portava mia sorella (dato che mio fratello stava piú su Lotta Continua). Essendo curioso per natura cercai di capire cosa fosse questo Quotidiano Comunista e fu cosí che pian piano imparai che chi l’aveva fatto era stato un gruppo di pensatori liberi, tutti iscritti e con ruoli importanti nel PCI dell’epoca, che cercavano di spingere per una maggiore demcorazia interna e per avere il diritto di pensare da italiani innanzitutto, rispetto ai problemi centrali di quel periodo storico. La goccia che fece traboccare il vaso fu la loro posizione sull’invasione sovietica della Cecoslovacchia; essendo totalmente contrari a questo modo di concepire la politica, scrissero un editoriale rimasto famoso (Praga è sola) che valse loro l’espulsione diretta dal Partito. Per Magri, uno dei fondatori del Manifesto, venne trovata una giustificazione “amministrativa” per espellerlo, a dimostrazione di come potesse essere vile la lotta politica.

Io crescevo in quegli anni, anni che significarono molto sangue sparso, dalle bombe sui treni del 67, alla bomba di Piazza Fontana del 69, quella di Piazza della Loggia a Brescia e poi sull’Italicus sempre nel 1974, e poi tutti i morti provocati dai gruppi terroristi di destra e sinistra, fino ad arrivare alla strage di Bologna del 1980. In mezzo il rapimento di Moro (1978), e prima ancora il tentativo di colpo di Stato della X-Mas di Valerio Borghese nel 1970. Per i giovani d’oggi quel periodo sembra roba da antichi romani, ed è difficile immaginarsi cosa significasse il far politica all’epoca. Era come nel calcio: tu hai una squadra e con quella resti, per sempre. Se sei della Roma nemmeno morto potrai passare alla Lazio, e viceversa. Un giocatore che avesse tradito la maglia, passando da Inter al Milan o dal Torino alla Juve, aveva finito di campare. Con i partiti era lo stesso. Tutti (quelli dell’arco costituzionale, perché i fascisti del MSI erano fuori) ovviamente pensavano e credevano di avere la veritá infusa e che le loro proposte fossero quanto di meglio per il popolo italiano. Il PCI non poteva entrare nella stanza dei bottoni per colpa di quello che fu chiamato il fattore K. Troppo forte la paura che fossero teleguidati dai Russi per lasciarli avvicinare a ministeri chiave dove potessero aver accesso a informazioni sensibili. Per cui era come giocare una partita truccata dove ad ogni elezione si sapeva giá chi non poteva vicnere.

Il PCI non era un gran esempio di democrazia interna; la consideravano come “centralizzata”, cioè comandava chi stava sopra e gli altri.. zitti e mosca. L’idea che qualcuno appartenent e a quel filone di pensiero potesse mettere in discussione questo verticismo proprio non esisteva. Se ti avvicinavi alle idee di sinistra e al Partito, sapevi che quelle erano le condizioni.

Magri,e gli altri, le misero in discussione, pubblicamente. Peggio che bestemmiare in chiesa. E la reazione del partito comunista, espellendoli, fu il motivo principale per cui mai e poi mai in vita mia avrei potuto votarlo. Ero e sono rimasto di sinistra, ma c’erano cose che non si potevano accettare, soprattutto per quanto riguarda la libertá di pensiero e di espressione, quello che oggi chiameremmo un “rights based approach”.

Magri mi ha fatto diventar grande e, credo, (abbastanza) libero pensatore. Mi rendo conto anch’io nella mia vita (professionale) quanto sia difficile essere liberi di pensare con la propria testa, mantenere una coerenza di pensiero ed azione, in un mondo, anche lavorativo, dove si premiano gli Yes-men, chi abbassa il capo e non critica mai.

Pensare da sé è difficile, ma è la sola via che ci resta.

Oggi è morto un Uomo, ed io sono triste. Addio compagno Lucio.

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