Dopo la firma degli accordi di Oslo (1993), e pochi
mesi prima di essere assassinato dalla destra israeliana, il primo ministro Y. Rabin
venne pubblicamente sbeffeggiato mostrandolo vestito da Nazista (giusto per capire a chi livello siamo scesi...). Dietro questi
gruppi c’era un leader di cui parla molto in questi giorni, avendo appena
rivinto le elezioni in Israele.
Nel 2004 il Ministro della Giustizia israeliano “Tommy”
Lapid sorprese i colleghi di governo al dichiarare che una foto di un’anziana
palestinese cercando tra le macerie della sua casa gli aveva fatto pensare a
sua nonna, morta a Auschwitz. Il Primo Ministro Ariel Sharon lo criticò duramente
per questo paragone tra una palestinese e una vittima dei Nazi, dicendo che
questi commenti erano "unacceptable and intolerable". http://news.bbc.co.uk/2/hi/middle_east/3742365.stm
Questo per dire che anche in Israele c’è qualcuno che si sta rendendo conto da
parecchio tempo di quello che sta succedendo.
Dal 2004 ad oggi le cose sono cambiate, in peggio.
Le colonie abusive nei territori palestinesi aumentano ogni giorno. Le cifre che circolano sono di circa 300mila
coloni, che sicuramente aumenteranno velocemente nei prossimi anni. Questa
settimana è arrivata la dichiarazione più chiara sulla volontà di guerra del
candidato, uscito vincitore, alle ultime elezioni. http://edition.cnn.com/2015/03/16/middleeast/israel-netanyahu-palestinian-state/
Per decenni si era andati avanti spingendo sull’ipocrita
idea che era meglio un governo conservatore, duro e forte per arrivare a
chiudere le negoziazioni con i Palestinesi. Votate per noi e avremo la pace,
questo era in sintesi lo slogan del Likud. Questa volta è stato diverso, e la
cortina di fumo è stata sciolta. Votate per noi e loro non avranno mai uno
Stato, queste le parole di Netanyahu.
La costruzione del muro è utile per non vedere le
sofferenze degli altri. Oggigiorno gli israeliani sentono parlare dei
palestinesi solo nei telegiornali, dato che non possono recarsi dall’altra
parte pena una multa e un po’di prigione. Il muro li separa anche visualmente.
Occhio non vede e cuor non duole. Fino a quando esploderà di nuovo, più forte
di prima, … anche i muri più resistenti sono caduti.
Quando i neri americani dovevano cedere i loro posti
ai bianchi sugli autobus, arrivò il giorno quando Rosa Parks osò infrangere il
tabù. Venne arrestata, ma da lì partì il movimento guidato da M.L. King, e l’America
non fu più la stessa, anche se a Ferguson non se ne sono accorti. In Israele
invece Rosa Parks non è ancora arrivata, e la segregazione continua…
L’acqua è un problema serio: rimando a un paio di
articoli interessanti per chi volesse rinfrescarsi la memoria:
Anche la corrente lo è, particolarmente acuto per la
gente di Gaza:
Capiamoci bene: qui non si tratta di attaccare gli
ebrei, ma delle pratiche che il governo di Israele sta portando avanti,
cosciente che il risentimento non solo cova, ma che non può far altro che
crescere. Dichiarare che con lui eletto la Palestina non avrà mai uno Stato vuol
dire buttar benzina sul fuoco.
Gli israeliani chiaramente giocano sulle divergenze
politiche interne che oppongono Fatah, che controlla la West Bank e Hamas che
controlla Gaza. Il risultato è che il Parlamento non si riunisce da anni. Ed è chiaro
che finché i due gruppi non si metteranno d’accordo, la voce palestinese
resterà sempre debole. Tutto sembra dividerli oggi, tipo la prima Forza Italia
e il PDS dell’epoca. Abbiamo visto come è finita da noi, per cui può anche essere
che un giorno riescano a mettersi attorno a un tavolo ed avere un programma
comune.
Leggevo per caso sul web un articolo che racconta
una storia apparentemente incredibile dei lontani rapporti tra Hamas e Israele…
Francamente, ho poche speranze per il futuro…
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