uscendo da Ramallah, 11 marzo 2015
I patiti di calcio l’avrebbero chiamata zona Cesarini, dal
nome di un giocatore degli anni 30 a cui capità di segnare una serie di gol
negli ultimi minuti. Ma la zona C di cui parliamo qui è ben altra e si
riferisce a una delle tre zone in cui fu suddivisa la Palestina dagli accordi
di Oslo firmati nel 1995. Le zone vanno da A a C in funzione del livello
decrescente di autocontrollo palestinese. Così se nella zona A i palestinesi
hanno il controllo pieno sia civile che della sicurezza, nella B hanno il
controllo civile e la sicurezza è congiunta mentre nella C tutto resta sotto il
controllo di Israele. Cioè, un po’ come con le case popolari a Roma o Milano:
sono assegnate a una famiglia, ma comanda un’altra che è già dentro e non vuol
partire… e se provi a dire qualcosa in più te menano.
A spanne, sembra che la zona C riguardi il 70% del totale
del territorio. Ovviamente è lì dove costruiscono le colonie illegali, (si
parla di circa 300mila israeliani che si sono insediati fino a un paio di anni
fa…) mandando avanti gli ebrei più duri quelli che prima sparano e poi chiedono
cosa volete… in modo che sia chiaro che da lì non li schioderà nessuno. Nemmeno
le nazioni unite sono ben viste nei pressi delle colonie israeliane perché i
duri e puri credono che le nazioni unite siano portatrici di un messaggio di
pace e di speranza… e quindi ci prendono a sassate, spaccano le macchine etc.
etc..
Come avrebbe detto un nostro famoso professore
universitario, “complichiamo un attimo le cose” … quindi la zona C è una specie
di melma che copre gran parte del territorio, lasciando fuori delle isolette,
slegate fra loro, che rappresetnano le zone A e B, quelle densamente popolate
perché solo lì si possono costruire case. Il grosso della terra agricola (circa
i due terzi) si trova nella zona C, per cui la coltivazione è come vincere al
lotto … varie volte di fila. Dimenticavo: i villaggi palestinesi rimasti
intrappolati dentro la zona C non sono attaccati alla rete idrica ne fognaria.
Diventa interessante osservare l’essere umano in gabbia. Qui
dovrebbe venire il vecchio ma sempre abile Jared Diamond a fare l’ornitologo
umano. Da questi confini non si scappa, la popolazione aumenta e ha bisogno di
acqua, cibo, elettricità etc…Un giorno scoppierà tutto… secondo Avaaz sarà quest’estate
che inizierà una nuova guerra a Gaza… vedremo. Intanto quello che è sicuro è
che i prezzi al metro quadro della terra urbana stanno raggiungendo livelli che
probabilmente nemmeno a Luanda o a Tokyo… ieri sera mi parlavano di 1 dunum,
1000 metri quadri, del valore minimo di 1,5 milioni di dollari. Avete capito
bene, ho ricontrollato e ho scritto quello che mi hanno detto. A questo
milioncino e mezzo poi bisogna metterci i soldi per costruire… quindi non
stupisce se ancora adesso si vedono lotti vuoti in pieno centro…
La zona C dovrebbe passare sotto tutela palestinese… così
dicono gli accordi, ma subordinandola all’avanzamento delle negoziazioni, che
sono a un punto morto.
Dal groviera palestinese, passando in questo momento il
confine non scritto e non apparente ma ben conosciuto da tutti fra zona A e C,
vi mando i miei più cari saluti.
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