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sabato 10 giugno 2017

Riina, i Kennedy e la famiglia reale Saudita, ... e tutti gli altri

Mi risveglio male da una siesta pomeridiana, dove mi passano in mente queste immagini. Il povero Riina che, dopo aver ammazzato, estorto, fatti saltare per aria quanti più ostacoli avesse davanti, baciati gente del calibro di Andreotti e chissà cos’altro ancora, adesso riempie di indignazione mezza Italia perché vorrebbe tornarsene a casa e morire in pace a casa. Siamo o non siamo il paese che perdona tutto? E allora che se ne torni a casa, anzi meglio, mettiamolo in Parlamento o eleggiamolo a santo nazionale, emblema di quell’assassino che è sempre stato ma, come spesso succede da noi, non ha fatto in tempo a fare il passo finale che hanno fatto gli altri due.

I Kennedy: una generazione di sogni, di cui ci impestano ancora oggi, nonostante, o magari grazie, a un paio di morti arrivate per santificare la ascendenza e discendenza. Martiri della religione laica del traffico illecito, del capitalismo selvaggio e della violenza gratuita, meglio se contro i più deboli.
Una dinastia nata dagli affari con la mafia, come testimoniò Frank Costello, uno dei santi della mafia americana. Il padre Joe ne combinò di tutti i colori, accarezzando un non intervenzionismo contro Hitler che lo spingesse a diventare lui, il presidente degli Stati Uniti. Non ci riuscì e allora spinse il figlio, corrompendo dove doveva corrompere e avanti così fino all’elezione. L’infamia della Baia dei Porci sparisce sempre nelle agiografie della famiglia, così come il famoso “incidente” di Chappaquiddick che, almeno, costò la carriera politica al più giovane dei figli, quel Ted attorno al quale si costruì l’immagine di essere uno di sinistra.

Della famiglia reale saudita abbiamo ben poco da dire. Quattro pastori dalle origini simili al nostro Totò, con la sola differenza di esser riusciti a mettere molti anni, e quindi molta distanza tra loro e il sangue che hanno sparso, e continuano a spargere.

Fa ridere amaro sentire i sauditi dare dei terroristi ai Qatari. Da noi veneti si dice: il bue che dà del cornuto all’asino. Ridere amaro, ma fa riflettere: perché Riina scatena così tante reazioni e quelle altre bande di assassini, ladri, trafficanti, hanno il diritto ai tappeti rossi se non addirittura a una santificazione postuma come i Kennedy?

La ragione sta solo nella capacità, dopo aver fatto i soldi iniziali, con modi illeciti, perché con quelli leciti non ce la fai, a mettere quanti più strati possibili fra te, la tua cerchia, e le acque torbide dove gli affari, illegali come prima, continuano.

Il povero Riina, fosse campato altri cento anni, sarebbe diventato minimo minimo un commendatore, cavaliere del lavoro se non senatore della repubblica, al pari di quell’Agnelli amico di Mussolini e grazie al quale fece i soldi veri. 

I Kennedy hanno mandato i poveracci delle periferie americane a farsi ammazzare nelle giunge del sudest asiatico: loro sono morti in nome di “valori”, e i primi hanno fatto soldi e fama, tanto da essere adorati da tutti noi occidentali. Grazie a loro, l’America è diventata il “mondo libero”, e tutti gli altri sarebbero cosa allora?

I Sauditi, se si potesse mandarli tutti con biglietto di sola andata, vanga da 15 chili in mano, a scavare fosse nella Siberia più sperduta, almeno avrebbero tempo per scontare la loro brutta genia, tutto il male fatto e tutto quello che faranno, wahabiti del cazzo, il cui momento di gloria è stato quando si è saputo che 20 dei 21 attentatori delle torri gemelle venivano da lì. Erano tutti sauditi, così come il Bin Laden. 

Mettere i soldi in cassetta, imparare a vestirsi bene, diventare fotogenici, corrompere tutto e tutti, .. ecco la strada giusta. La mafia, Ndrangheta, camorra e tutti gli altri sono sulla strada giusta. Oggi quindi gridiamo contro Totò Riina, ma ricordiamoci che fra pochi anni li avremo al potere, diventeranno i Kennedy de Noantri, i Sauditi.. a cui metteremo il tappeto rosso.

Mi sta bene bruciare Riina, ma questo non risolve assolutamente niente. Dobbiamo bruciare gli altri. Impedir loro di diventare quei truffatori, ladri e banditi in giacca e cravatta. Eliminarli, ma col sorriso sulle labbra, e frequentare i salotti giusti; niente ideologia, solo una sana pulizia. Quello che nessun movimento brigatista è mai riuscito a fare, perché non avevano idea delle ramificazioni vere del potere. Blateravano del SIM, lo Stato Imperialista delle Multinazionali, senza avere la minima idea di quali fossero i meccanismi di cooptazione e quindi la capacità di resilienza di quel mondo. Si sbaglia quel giornalista di destra (leggete http://www.ilfoglio.it/articoli/2011/12/09/news/vuoi-vedere-che-a-conti-fatti-avevano-ragione-loro-62530/) che si è posto la domanda se per caso avessero avuto ragione loro. No, non avevano ragione, perché erano troppo ingenui e, soprattutto, provinciali. Eppure avevano sotto mano tutto il materiale teorico e pratico per capire come si costruisce il potere e, cosa ancor più complicata, come si gestisce. Avrebbero dovuto studiare per capire dove dovevano andare a colpire. E invece,.. eccoli lì a sparare ai Guido Rossa. Bastardi, che bruciate all’inferno, non solo per quello che avete fatto all’operaio Rossa, ma perché non avete capito niente delle dinamiche del potere.

Adesso i veri capi, come gli autori del programma Lei Guignols de l’Info ci hanno spiegato da oltre 20 anni, stanno in quel mondo di finanza, multinazionali e industrie militari che dettano le loro agende ai governi. La World Company, così la chiamavano. Quelli lì decidono le guerre, quelle in corso e le prossime. Da lì viene la spinta a quegli idioti dei sauditi di mettersi contro il Qatar. Una dinastia di handicappati, che regna solo perché ha petrolio e i luoghi sacri dell’islam. Una genia di idioti più fascisti di quelli che abbiamo conosciuto storicamente. Ignoranti perché non capiscono l’ABC della politica, così come le Brigate Rosse: il nemico non può essere l’Iran, come cercano di dimostrare, perché con l’Iran tutti fanno affari da secoli, e anche loro. Quindi accerchiare l’unico paese della regione che permette loro di fare quegli affari è una idiozia, che presto pagheranno. La World Company però non ha bisogno di pace, e non la cerca. La sua agenda collide con i nostri sogni, di pace e amore fraterno.La World Company prospera sulle guerre, sulla distruzione delle risorse naturali, per la semplice ragione che loro, come tutti noi nel nostro piccolo, vivono nell’immediato, adesso e subito. Quindi scatenano e scateneranno nuove guerre, aiuteranno terroristi, sono il braccio finanziario pulito della mafia, della camorra.. vanno in Parlamento con le facce pulite.. questo è il mondo che loro oramai controllano.

A noi resta la rabbia per Riina, ma poi siamo contenti se gli americani investono da noi, se i sauditi mettono soldi nelle nostre industrie.. così “si crea lavoro”… Oramai siamo un branco di pecore rimbecillite, guidate non tanto verso la tosa, che quella è storia vecchia, ma verso il macello che ci attende fra poco. 

Fossimo un paese di scommettitori incalliti come gli inglesi, scommetteremo anche noi su quanto tempo manca a un vero attentato in Italia: non è più questione di se.. ma solo di quando… gli attentati servono, ricordiamocelo, a tenere alta la tensione “contro i terroristi”… giusto, bravi, complimenti… solo che, come ho gà scritto, non abbiamo nessuna definizione accettata dal consesso internazionale, per cui è terrorista un brigatisti, così come lo è la famiglia reale saudita avendo ospitato e nutrito la famiglia Bin Laden, e cosa dire della classe politica americana che ha appoggiato tutte le dittature militari in iro per il mondo? Quindi una bella bombetta, qualche decina o centinaio di morti, ed eccoci tutti uniti contro il terrore… ma andate a cagare… Se ci unissimo tutti contro il terrore allora andremmo riprenderci noi il potere e cacceremmo via tutti quelli che ci tengono sotto. I nomi li sappiamo, basta leggere ogni giorno giornali, riviste.. nulla oramai è fatto nell’ombra, la loro boria è tale per cui si permettono di fare tutto alla luce del sole.


Sveglia, prima che sia troppo tardi.   

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