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martedì 13 giugno 2017

WANTED


Voci incontrollate dicono che il soggetto continui ad aggirarsi nei corridoi del suo luogo di lavoro.
Stategli lontano perché è un appestato. Ha osato preoccuparsi di dare una mano a una lunga lista di giovani volonterosi, ben prima che si inventasse il programma dei “volontari” o “interni”; nel passato, assieme a una banda di scriteriati come lui gli è venuto da proporre un concetto “rivoluzionario” in un grosso paese dell’America latina.  Si trattava nientepopodimeno dell’idea dell’agricoltore familiare (quello che mio nonno avrebbe chiamato coltivatore diretto; se fosse vivo e leggesse questa storia di averlo "proposto", insomma "inventato", mi correrebbe dietro con lo schioppo,... a ragione). 
Era questa una categoria che non esisteva nel lessico locale, e quindi non aveva diritto a nessuna politica di appoggio specifica. Lui era banda fecero una serie di studi in lungo e in largo, adattarono metodologie e arrivarono ad associare molti dei professori universitari interessati all’economia agraria. Molti, tutti? No, qualcuno si oppose…
Negli anni seguenti, essendo stato caldamente invitato a girare un po’ al largo dall’America latina (forse c’erano troppi veneti già in giro…), si mise a lavorare sui diritti sulle terre di comunità africane in vari paesi della regione. Anche lì non ebbe il fiuto politico necessario a far carriera in quel tipo di ambienti, per cui lui e i suoi giovani accompagnatori, si misero in testa di difendere i diritti delle comunità di fronte all’insistenza dei pezzi grossi che volevano fregar loro le terre. Errore che gli costò un cartellino rosso con squalifica di due anni come persona non grata (PNG in gergo). Poi cambiarono il ministro, il soggetto tornò, e continua, in maniera indiretta, a fare più gli interessi delle comunità che del governo. Fonti locali continuano ad invitarlo ad andare avanti.
La cosa arrivo' fino all’ufficio del gran boss. Il mio direttore dell’epoca (scusate ma ne ho cambiati tanti, alcuni sono diventati amici dopo, altri, ovviamente, no) mi chiamo' per esternarmi il suo dispiacere per la “cazzata” che avrei commesso in quel paese. Comunque promise di proteggermi in nome di una vecchia amicizia. Passarono pochi giorni e dallo stesso ufficio del gran capo arrivo' una richiesta che fece saltare il mio direttore. Un presidente della repubblica di un paese latinoamericano, nel mezzo di una negoziazione di pace, aveva chiesto l’appoggio di alcuni esperti per formulare un programma di sviluppo per la pace. Il primo tema all’ordine del giorno era quello delle terre e, nella lettera, veniva indicato chiaramente il nome di chi doveva essere quell’esperto.  Il mio direttore mi richiamo', e stavolta mi chiese di spiegargli bene la faccenda, che si stava ingarbugliando assai, soprattutto dopo che gli spiegai che esisteva un nesso stretto tra la “cazzata” di prima e la richiesta di questo paese. Da allora diventammo grandi amici.
Vado a braccio, per cui non seguo un filone cronologico stretto (occhio che ho anche problemi col correttore e mancano degli accenti...). Anni prima, uno dei suoi valenti capi, uno di quegli intellettuali di sinistra che solo l’America latina sa produrre (stesso modello: nascere incendiari per morire pompieri), dopo esser stato preso in parola sulla sua dichiarata volontà di essere aperto, democratico e criticabile, decise che la democrazia e sta partecipazione avevano fatto il suo tempo, come il vecchio Lenin insegnava. Ed ecco che si inventò un concorso interno per farlo fuori. Gli andò male dato che la superbia che lo accompagnava era solo seconda all’ignoranza delle regole interne. Il capo in questione, essendo stato spalleggiato da altri capi ancora più in alto, ovviamente non la prese bene, né lui né quelli al piano di sopra. Il nostro soggetto si guadagno ulteriori nemici (Tex avrebbe detto: tacche sulla sua “45”).
Non passava giorno senza che il nostro non rompesse le balle: osava interpellare i cosiddetti “esperti” nelle riunioni tecniche, andando sempre contro corrente. Un giorno dovette anche alzarsi a difendere una serie di giovani consulenti ai quali era stato chiesto conto, pubblicamente, in presenza di capi, direttori e assistenti del boss, del perché avessero osato dare una valutazione negativa del modo di fare dei capi in questione. Dovette intervenire lui, protetto da un contratto formale, roba oramai rarissima che si potrebbe mettere all’asta da Christie: l’argomento era semplice, tipo “perché chiedere a loro che non possono difendersi, di spiegare il perché di opinioni ufficialmente confidenziali?”. Nemmeno li si guadagnò stima e onori con i capi, ma lui continua a pensare che certe cose le devono dire quelli che possono farlo, e non nascondersi dietro una foglia di fico. Mah, vallo a capire.
Nello stesso periodo, spalleggiato da un direttore questa volta, si mise a stimolare un paio di paesi importanti perché chiedessero al boss superiore che l’organizzazione per cui lavorava si occupasse delle questioni della riforma agraria a livello di conferenza mondiale. Il panico fu generale nel corridoi del gran capo. I diretti superiori del nostro, inglesi purosangue, fecero di tutto per mettere bastoni fra le ruote e far sì che questa idea non andasse avanti. Una ragione centrale era anche il fatto che il nostro e il suo direttore, volevano organizzarla dando spazio amplio ai movimenti contadini e pochissimo alla banca mondiale. Noi provammo a spiegare al nostro che doveva pensare alla famiglia, e starsene buono: niente da fare. La conferenza si fece, andò benissimo perché dimostro che si poteva trovare il modo di parlare e discutere di temi delicati anche assieme ai movimenti sociali. La lista dei nemici, soprattutto anglofoni, continuò ad aumentare.
Forse l’errore più grosso lo commise quando venne chiamato a consigliare un presidente eletto su questioni legate alla riforma agraria. Il cielo si copri di nuvole, e fu chiaro che quella goccia avrebbe fatto traboccare il vaso. Nessuno osò mai questionare il lavoro (anzi, a dire il vero, uno ci provò, chissà cosa direbbe oggi…), che pian piano divento' la base filosofica di tutto quanto fatto in questi anni recenti, soprattutto in paesi in guerra o conflitto. Chi non avesse voglia di leggere può andare a guardarsi un video postato alcuni anni fa, intitolato un viaggio verso gli altri: https://www.youtube.com/watch?v=biekjXni8kI). La critica fu quella di aver messo in ombra certi capi superiori, che gliela giurarono (di fargliela pagare).
Chi lo conosce sa anche come sta finendo la storia. Ma di quella ne riparleremo nei prossimi mesi. Comunque, messaggio per i miei giovani colleghi e amici: e volete far carriera dove lavorate, mi raccomando, imparate a leccare il didietro, a dire sempre di sì e a non avere mai un’opinione. Se farete cosi però, non venitemi a cercare. Come cantava quello di Pavana, su parole di Liga: io, “la mia parte, ve la posso garantire”  https://www.youtube.com/watch?v=_w0SR4HUoFc

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