Notte fra il 2 e il 3 di agosto, probabilmente avrá dormito a bordo, assieme all’equipaggio, preparandosi per la partenza decisa per l’indomani.
Un giorno speciale il 3 agosto, ultimo giorno utile per fuggire dalla Spagna da dove l’editto reale di Isabella di Pastiglia li bandiva: dopo la mezzanotte nessun israelita poteva piuú calpestare il suolo spagnolo.
Le strade di Palos erano ingombrate, cosí che nemmeno suo fratello riuscí a raggiungerlo. Migliaia di ebrei erranti, spogliati di tutto; uno di loro (Luis de Torres) fu imbarcato perché la nomea era che gli ebrei parlassero (quasi) tutte le lingue per cui, in caso riuscissero ad arrivare a queste Indie e trovassero delle popolazioni sconosciute, avrebbero avuto a disposizione un traduttore capace di aiutarli.
Immaginiamo la notte e i pensieri che gli devono esser passati per la testa. La richiesta di far finanziare il viaggio dai regnanti Portoghesi era stata respinta sulla base del rapporto stilato dai Matematici cui Colombo presentó il progetto. Le ragioni del rifiuto stavano sulla diversa valutazione dell’estensione dell’Asia (che Colombo calcolava a partire dai giorni di viaggio annunciati da Marco Polo nel Milione: 2250 giornate, che ai matematici era sembrato un metodo poco scientifico e molto approssimativo di calcolo) e sulla diversa unitá di misura per le distanze: Colombo stimava una distanza marina da percorrere in tot miglia (che ai matematici sembravano poche) ma soprattutto la miglia marina di Colombo era quella detta “cattolica”, per differenziarla da quella “araba” che era piú lunga. Le loro conclusioni furono quindi che la distanza da percorrere dall’Europa all’Asia sarebbe stata molto ma molto piú lunga di quanto Colombo stimasse. Ascoltando il loro parere il re del Portogallo, pur manifestando la sua simpatia a Colombo, non poté accordargli i fondi necessari.
Infuriato se ne andó via da Lisbona, partendo verso la Spagna, mandando nel frattempo suo fratello Bartolomeo a cercare soldi dai francesi e dagli inglesi.
Chissá se quella notte, vigila della partenza, con l’oceano davanti, avrá avuto anche lui i dubbi che la sua impresa fosse pazza. Che la terra fosse rotonda era assodato, che prima o dopo andando verso ovest avrebbero incontrato qualcosa era anche certo, il punto era che se avevano ragione i Matematici non ci sarebbero mai arrivati. L’unico punto importante a suo favore era di aver capito come funzionava la “volta”, la corrente che dal golfo del Messico tornava indietro verso l’Europa. La sfida era quindi di prendere la corrente all’altezza di Capo Verde che lo avrebbe portato verso ovest per poi, a un certo punto, una volta trovate queste Indie, riprendere la corrente, la “volta” che molto piú a nord lo avrebbe fatto tornare indietro.
Speranze, ecco di cosa viviamo noi uomini.. e a volte di sogni.
Arrivó la mattina, e salpó.
martedì 3 agosto 2010
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