Ritrovare amici:
Arrivato martedi fine mattinata e subito via a riunioni. Tornare dopo alcuni mesi, in una situazione piú complicata, senza veder bene la luce alla fine del tunnel, con le solite brighe interne, insomma il morale non era al massimo.
Si capisce che il tema é roba che scotta, difficile da trattare, tutti hanno ragioni da esibire e pochi hanno certezze sul come muoversi.
Iniziamo con una ricognizione interna e poi via ad incontrare personale del governo. Cena dal ministro con una serie di persone ed esperti dello stesso ministero per “pensare ad alta voce” sul cosa fare e come muoversi.
Trovo il ministro piú convinto del proceso: costruire consenso, aprire porte al dialogo sui temi agrari non porta benefici immediati, soprattutto in un paese dove non esiste una pratica civile di dialogare, ascoltare e rispettare le opinioni altrui. Bisogna avere una pazienza ed una visione di lungo termine. Ma non si puó tornare indietro da questi principi. Questa é la strada maestra, come ci dice il Presidente, arrivato di sorpresa all’ ora della discussione, per salutarmi e parlare un po’ del tema. Meglio peccare per eccesso di partecipazione, di dialogo e apertura che al contrario, chiudersi e pensare di avere le risposte a tutto.
Mi ha fatto molto piacere rivederlo, soprattutto pensando al suo stato di salute. E’ un segnale importante che vuol mandare, a me e al nostro rappresentante, per sottolienare quanto il tema sia importante. L’economia va meglio, quest’ anno crescita del 9% (nove) cosa che non succedeva da 30 anni. Alcuni dei programmi di salute nelle zone rurali funzionano, e lo stesso partito liberale nelle sue direttive interne si é chiaramente schierato a sostegno del Presidente e del suo governo. Diceva uno dei partecipanti che la malattia del Presidente é stato come il segnale di fine della festa, iniziata due anni fa al momento della vittoria nelle elezioni. Erano piú di sessant’anni che non cambiavano regime e la gioia di molti ha portato un clima di euforia che peró non ha potuto mascherare le difficoltá di creare una squadra di governo coesa, con le idee chiare e capace di articolare gli appoggi necessari nelle votazioni politiche. Lo stesso partito liberale alternava momento di appoggio ad altri di durissime critiche ed il fatto che il numero due dell’esecutivo venisse da quel partito, con posizioni diametralmente opposte al Presidente dava adito a tutte le speculazioni.
Ma qualcosa sembra esser cambiato. Si respira nell’aria che forse stavolta ci siamo (o non sará la mia maledetta ingenuitá?). E´chiaro che ogni volta che vengo qui qualcosa si muove; mi vedono come un attore non comune, uno su cui contare e che, non avendo interessi personali ne di carriera ne nel paese, puó aiutare ad articolare posizioni a volte difficilmente concilianti.
Qualcosa sembra cambiato dicevo: il ministro dell’agricoltura ha un discorso piú fermo, principi chiari e una idea netta di dove andaré, quasi fosse stato in quel carico da anni. L’ appoggio chiaro e forte del Presidente e l’appoggio ricevuto dai liberali, sono elementi da considerare. Andres ha ancora voglia di lottare, e cosí sembra dai segnali che arrivano dal ministero dell’economia. Poi il nuovo capo dell’istituto della reforma agraria, incontrato stamattina. Un colpo di fulmine: una chiarezza ed una serietá e obiettivitá di giudizio sorprendente. Una filosofía che piacerebbe tanto al mio amico e fratello Octavio: mettere ordine dentro per ridare credibilitá all’istituzione, nei confronti sia dei grandi latifondisti sia dei movimenti contadini. Ricordiamoci che nessuno é Santo, e dietro ai discorsi poi ci sono pratiche che a volte contraddicono quanto si dice. Ricordo anche le sensazioni raccolte a metá anni novanta quando abbiamo implementato un progetto di appoggio all’ Istituto: le invasioni come mezzo di pressione política, i titoli, pezzi carta di dubio valore legale, che venivano dati col beneplácito di funzionari locali sulla cui incorruttibilitá ci sarebbe da ridire molto, e poi rivendersi le terre, tutto in barba alla legge… ecco pratiche che alla lunga aiutano a spiegare i risentimenti del settore impresariale (non esente da traffici di influenze anche da parte loro) quando si parla di reforma agraria. Non cadere nelle trappole del populismo, di cui é RE riconosciuto uno dei personaggi politici piú pericolosi in circolazione: quel Lino Oviedo, militare di carriera, golpista, ma con un fiuto tremendo per mettere in imbarazzo tutti. Solo che ha la fedina penale é lunga un kilometro …
Adesso continuiamo con le riunioni, cerchiamo di far sedimentare queste prime riflessioni, per arrivare a trovare delle piste concrete prima di partire… se non altro l’energia sta ritornando e ti rendi conto di cosa potrebbe fare sul terreno la nostra organizzazione se solo avesse voglia…
mercoledì 25 agosto 2010
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