Sabato a San Pedro, un Dipartimento “caldo”, da molto tempo, nello scenario agrario nazionale. Discorsi di schioppi, armi e “vincere o morire”; fa strano sentirli in bocca a responsabili politici cosí importante. Si va alla guerra dicono! Poi ascolti la música di sottofndo, musica ballabile, e allora tutto prende un’altra piega. Non ho mai visto partire in guerra con musiche stile vallenato e salsa.
Un’ora e mezza dopo, presa una abbondante colazione típica, una minestra di carne e uova con pane fresco che sa di finocchietto, inizia la riunione. E la sequenza di laméntele, contro la polizia, il Parlamento, i loro stessi (ex)rappresenti nel governo, i brasiguagi e i loro sgherri armati, i morti, i “desalocados” … non finisce piú.
E’ una valvola di sfogo necessaria, ed il lavoro di questi comitati di base, un po’ incazzati anche con i loro referente nazionali che si “accomodano” fácilmente, é senz’altro necesario. Il problema poi é come e contro chi dirigere questa massa critica.
Pressione sociale: manifestazioni, blocchi di strade e quanto altro all’orizzonte della prossima settimana. Ma tutto questo troverá uno sfogo, un bersaglio chiaro? Sono un po’ scettico, e vedo il rischio che alla fine aumenti solo la frustrazione. E per quanto tempo riusciranno a tener duro?
Capiamoci bene: é tutto necesario, senza spinta dal basso non si muove nulla e quindi ci vuole tutto questo. Ma bisogna far smuovere il governo, quei (pochi) alleati che ancora hanno lì dentro. E questo non sará cosa facile né cosa di pochi giorni. Comincio a capirlo anch’io che i tempi di questo governo sono lunghi.
Ma ci proveremo, gli daremo una mano, almeno finchè i miei cari colleghi mi lasceranno fare.
sabato 28 agosto 2010
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