Eppur si muove
Il mondo del potere político é realmente per gente con due dita di pelo sullo stomaco. La quantitá di “fofocas” (chismes per gli hispanohablantes) é impressionante: in sintesi si passa dall’arricchimento di tutti i politici (cosi fan tutti), al sinnúmero di figli (naturali) che avrebbe uno di loro, ai favor fatti a questo e a quello.. insomma par proprio di essere a casa.
Una stampa che, a prescindere, é contro. Come giocare un campeonato intero in trasferta, prima o dopo qualche errore lo commetti… Se non hanno notizie ovviamente le fabbricano col solo risultato che una persona sana di mente non puó proprio leggerli sti giornali.
Difficile quindi capire cosa succeda sul serio, anche laborando mano a mano col governo. Ci si debe affidare a sensazioni, per cui il rischio di sbagliare é ancora piú alto. Ieri una lunga riunione con le organizzazioni contadine: aperti al dialogo, dopo due anni (e +) finalmente cominciano a mettere per scritto le loro proposte.. cosí capiscono meglio la difficoltá di passare dai dialoghi da bar al peso specifico di dire o non dire, scrivere o dimenticare. Da un lato é bello che finalmente abbiano fatto questo passo, segnale di una lógica non piú solo astratta ma reivindicativa stile sindicato. Dall´altro vedi che il livello di elaborazione, su un tema che dovrebbe essere centrale per loro da anni, é ancora troppo semplice. In caso di sedersi a un tavolo di negoziazione li mangerebbero vivi i grossi impresari, troppo abituati (loro) alle logiche negoziali.
Riunione piú ristrette con alcuni amici, sia del settore ONG che del settore impresariale. Si accetta piú fácilmente adesso i tempi lunghi della política. L’anno scorso si reclamavano risultati súbito: anche adesso si chiedono azioni concrete, ma una volta tolta la patina “partitica”, ci si trova disposti a capire che 60 anni di dittatura non li fai sparire da un giorno all’altro.
Costruire politiche nuove, aprendo le porte al dialogo, non é facile nemmeno quando siamo abituati a dialogare, figurarsi in queste condizioni. Ne abbiamo parlato nella riunione di ministri questa mattina: alcuni dicono che la volontá política di attaccare il tema agrario c’ é; io sono un po’ scettico, magari per la mia forma mentis; mi piacerebbe fosse vero, ma credo che, da buoni politici, stiano attenti a non scoprirsi troppo. Onestamente la pressione sociale é debole (e poco organizzata), i casini giuridici sono troppo complicati, richiedendo quasi un trattamento di caso per caso. Tutti hanno rivenduto e ricomprato ilegalmente, siano campesinos che grandi proprietari, nazionali e stranieri; tutti rivendicano legalitá, anche se nessuno é cosí santo da poter scagliare la prima pietra. Ma proveremo ad attaccare da lí!
Poi non sanno comunicare: hanno fatto delle cose; io che giro da un ufficio all’altro le scopro. Non saranno molte, ma ci sono, solo che non sanno come dirlo. Gli ho consigliato, visti i tempi e le poche capacitá, di concentrarsi su 3-4 messaggi forti, quelli che dovrebbero restare nell’immaginario collettivo fra 5-10 anni: 1. La questione indígena (c’é un razzismo forte qui, e cominciare a riconoscere i diritti degli indigeni, le loro cultura etc., sarebbe un gran passo in avanti, probabilmente piú importante, in termini di pubblicitá, fuori dal paese che dentro. Ma siccome bisogna mettere le basi per il futuro, resto convinto che questo sia un tema non troppo complicato. 2. La questione giuridica della insicurezza delle terre: dicevo prima che tutti hanno compravenduto, ilegalmente. E’ un casino, e nessuno ha voglia di metterci le mani. Ma forse se, con appoggio nostro, lo facessero, sarebbe un gran passo. Almeno aprire la discussione, cercare un consenso iniziale sul método e poi iniziare a quantificare, tipificare e provare a mettere sul tappeto proposte per la negoziazione. 3. Il programa di compra di alimenti della agricultura familiare, nel quadro di una política differenziata per il settore della agricultura familiare, piccola ma anche impresariale. Tre temi, e avanti marsh. Poi vedremo se aggiungerne altri.
Domani lavoriamo con la squadra.. vedremo… cominciamo a sintetizzare. Ringrazio Miguel Angel per le belle parole di questa mattina. Se il messaggio era di far capire ai miei capi che sono contenti di riavermi qui, malgrado le difficoltá e i bastoni fra le ruote, credo non potessero essere piú chiari. Dal gran capo in giú é stata una sfilata di pezzi da 90 a dirlo di fronte al mio rappresentante. Chissá come andremo avanti, io in teoría chiudo lunedi, ma oramai ho capito che la agenda paraguay la costruiamo giorno per giorno.. e sarei sorpresa se non tornassi piú qui… c’é molto da fare e hanno bisogno…
Ricordo per ultimo Pedro, consulente giuridico dell’ente responsabile per le terre, ex consulente di un progetto nostro del quale ero il responsabile 15 anni fa: sapere che quei lavori sono stati cosí utili e che ancora oggi la gente si ricorda di quel progetto e dell’impostazione data dal team Edson-Hernan-Romualdo, mi ha fatto piacere… buona notte adesso..
venerdì 27 agosto 2010
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