Visualizzazioni totali

mercoledì 14 dicembre 2011

Andar per Monti e per valli

Giusto una piccola nota per ricordarmi che la credibilitá internazionale di Monti non era tanto dovuta alle sue varie cariche universitarie od altro, ma al fatto che, quando si era trovato, come Commissario europeo alla concorrenza, di fronte a mega compagnie come la Microsoft, non aveva calato i pantaloni come di solito fanno tutti, infliggendo una multa non di poco conto.

Con questo argomento, la sua immagine di liberale sul serio e non come quelle macchiette che abbiamo avuto al governo negli ultimi tempi, aveva guadagnato molti punti, facendolo accettare anche in settori di sinistra non proprio felici di ritrovarsi, ancora una volta, a dover dare una mano a rimettere a posto i conti che una destra sfascista e sfacciata aveva mandato a rotoli.

Le prime parole ed azioni avevano fatto ben sperare, e c’era chi giá pensava che il proverbiale “il buongiorno si vede dal mattino”, si potesse sul serio applicare anche in questo caso. Poi uno va a vedere Il Mattino, nel senso del giornale, e legge: “I taxi si salvano dalla liberalizzazione. «Il trasporto di persone mediante autoservizi pubblici non di linea» viene escluso «dall'ambito di applicazione» dalle misure di liberalizzazione delle attività economiche previste dall'articolo 34 della manovra. Lo prevede un emendamento del governo presentato alle Commissioni Bilancio e Finanze della Camera”. A quel punto uno capisce che o l’Italia è un paese molto particolare, dove una casta di tassisti ha piú forza della Microsoft (in quel caso dovremmo usarli, i tassisti, come testa di ponte per conquistare i mercati esteri, imporci sull’America e sulla Cina grazie al loro potere di lobbying) oppure piú prosaicamente anche Monti “tiene famiglia” e quindi dopo tante chiacchere stiamo a zero.

Ma siccome sono uno di testa dura sono andato a leggere il pacchetto di proposte (dato che la settimana scorsa ero all’estero) e alla fine ho dato una scorsa al blog di M. Gramellini giornalista della Stampa che vi invito a leggere dato che avrei tendenza a sottoscriverlo in toto:

Il decreto Petrolini
Quante lauree in originalità economica bisogna prendere per avere l’ideona di tappare i buchi dello Stato aumentando la benzina?
Perché in tutto il mondo i diritti televisivi costano miliardi, mentre in Italia le frequenze sono come i biglietti dei vip: omaggio?
A quale titolo il bar di un oratorio continua a non pagare l'Ici? Forse distribuisce cocacola santa?
Come mai neppure i bocconiani ci permetteranno di scaricare la fattura dell’idraulico, affinché noi ci si senta finalmente motivati a pretenderla?
La vecchina che va nella sede più vicina del sindacato a lamentarsi che le hanno congelato la pensione e raddoppiato l'imposta sulla casa, è al corrente che per quella sede il sindacato non paga un euro d’Ici?
L’Europa ci ha chiesto di alzare l’età pensionabile e noi lo abbiamo fatto. Però l’Europa ci ha anche chiesto di ridurre i privilegi di tutte le caste: perché non lo abbiamo fatto?
Un tetto di 5000 euro alle pensioni d’oro di politici e alti funzionari pubblici quante pensioni di piombo avrebbe permesso di salvare?
Com’è che diceva il padre di tutti i fiorelli, Ettore Petrolini?
Ecco, qui almeno ho la risposta: «Bisogna prendere il denaro dove si trova: presso i poveri. Hanno poco, ma sono in tanti».

http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/grubrica.asp?ID_blog=41&ID_articolo=1098&ID_sezione=56

Nessun commento:

Posta un commento