Non si può sempre essere sempre buoni e augurare il meglio a tutti. Arrivando alla fine di questo anno che mi ha imposto dei cambiamenti profondi, voglio augurare il meglio a quegli amici e amiche con cui ho condiviso tempo, ricordi, esperienze e sane discussioni, il tutto condito dall’ancora presente voglia di andare avanti e lottare per un mondo diverso e migliore.
Allo stesso tempo voglio augurare un pessimo anno nuovo a una serie di persone che non meritano nemmeno di essere citate, tanto chi mi conosce sa benissimo a chi mi riferisco. Ma voglio aggiungere a questa lista di “méchants” anche tutti quelli che, avendo potuto fare qualcosa, anche piccola o piccolissima, hanno preferito rinchiudersi nei loro spazi personali, pensando che ci possa essere soluzione per questo mondo malato rintanandosi in casa. Ovviamente più si sale nella scala gerarchica e più aumentano responsabilità e le colpe di chi, avendo potuto, non ha fatto nulla. Ma ciò non ci esime, ai nostri livelli personali, di fare qualcosa, e non solo criticare gli altri.
Un anno è passato e l’unico dato che voglio ricordare è che il numero di persone che soffrono la fame ha ricominciato a crescere. Questo di per sé dovrebbe essere un segnale d’allarme sufficiente, ma apparentemente così non è. Aggiungiamoci poi la questione delle migrazioni forzate, decine e decine di milioni di persone cacciate da casa loro per le più svariate ragioni e messe su una strada. Poi basta girare per le nostre città del nord del mondo per rendersi conto di come la povertà aumenti, e che abbia facce sempre più giovani e facce simili a noi.Non è più solo la povertà del sud del mondo, oramai ci siamo dentro fino al collo mentre non sentiamo né leggiamo uno straccio di analisi sincera sulle cause profonde, strutturali, che ci stanno portando all’autodistruzione.
Non posso quindi essere felice e di cuor leggero per augurare un buon 2018. Anche ai più stretti amici voglio ricordare che dovremo fare ancora di più, in spite of i capi che ci troviamo ad avere, le resistenze politiche e istituzionali.
La lotta continua, la vittoria oramai non fa più parte degli scenari possibili, giochiamo almeno per un pareggio …
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