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lunedì 11 dicembre 2017

Ma è proprio FICO (Fabbrica Italiana Contadina)?

Ma è proprio FICO?

Ci siamo andati un po’ per caso, dato che passavamo per Bologna. La curiosità era ovviamente molta date le ambizioni del progetto (si parla di stime di milioni di turisti l’anno a regime); che Farinetti faccia business va bene, che poi questo piaccia agli italiani e agli stranieri, è tutto da vedere.

Noi abbiamo fatto un giro di un po’ meno di due ore. La stazza dell’edificio ti fa pensare a una grande Fiera, e lo stesso il mega ingresso dove delle biciclette sono lì da affittare per chi avesse voglia di fare un giro completo. 

Avere una mappa è fondamentale date le dimensioni anche se poi la struttura alla fine è una grande L per cui una volta passata la prima paura si va.

Come annunciato è tutto a pagamento, a parte il girare nei lunghi decumani. Tutto costa un po’ di più, come nella tradizione di Eataly, e ogni negozio cerca di attirati per venderti i loro prodotti. Vien da pensare che per stare lì dentro devono aver pagato fior di quattrini, per cui la storia delle eccellenze va intesa come una scelta di quelle che possono pagare, e cioè non proprio tutte….


A me ha lasciato un sapore misto, mi piace l’idea di primo acchito, ma poi ti chiedi cosa ci vai a fare in un mega store come quello dat che solo per arrivarci devi spendere un botto. Per cui alla fine penso che italiani, passata la curiosità iniziale, non ci torneranno, lasciando quindi ai turisti stranieri il compito di renderlo economicamente profittevole. Ma resto alla fine perplesso su un’operazione che cerca di vendere l’idea della biodiversità, ma nella realtà vende marche di prodotti (poi cosa ci stia a fare la Lamborghini non mi pare chiaro). Insomma una figata per ricchi che però poi andranno nei ristoranti super chic per parlare di esser stati a FICO e aver comprato un sacco di patate e un chilo di pomodori. 



Il nostro premier Gentiloni sostiene che "qui c'è l'Italia", quello he è certo è che non ci sono i contadini, ma di sicuro quelli che fanno i soldi sulle spalle dei contadini trasformando (a volte anche in maniera eccellente) i loro prodotti.

Ricordo che quando lo si cerca sul web, si trova subito l'assonanza con la Disney del cibo. Non proprio il massimo direi come idea. 


Boh. Io non ci torno.

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