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martedì 12 dicembre 2017

Ultima notte a Maiduguri



Dopo una cena a base di nulla, condita da sanissima Coca Cola per festeggiare una consulente vegetariana che se ne andava, ci siamo fatti un paio di birre e a nanna. Ho messo un film sul computer e mi sono messo a letto a guardarlo.

Dalla direzione della stanza vicina venivano rumori che, a orecchio, sembravano come di una persona che si fa la doccia serale. Dopo un po’ che duravano e che cominciavano a sovrastare anche il suono del film ho deciso di mettere in pausa e andare a sentire da vicino cosa stesse succedendo. Non si sa mai, metti un attacco sorpresa di Boko Haram nell’hotel, oppure un avvelenamento del vicino oppure chissà cosa… 

Ed ecco invece saltar fuori un topo che veloce come la luce è andato a rifugiarsi sotto il letto. Incazzato come una iena sono andato alla Reception (che qui sarebbe meglio chiamare Deception) e ho spiegato la situascion… 

Immediatamente (con calma) hanno mandato lo specialista delle pulizie, un tipo che non ha mai avuto la fortuna di mangiar proteine in vita sua quindi, una volta entrati nella camera mi chiede dove sia il topo. Forse pensava che glielo presentassi per far due chiacchiere. Gli ho detto che l’avevo visto scappare sotto il letto, per cui ha iniziato a disfare il letto, via coperta, lenzuolo e poi materasso. Sotto c’erano due catoni di compensato grosso al posto della rete, che impedivano di vedere il pavimento. Con un po’ di sforzi è riuscito nell’impresa e…. guardate le foto sotto…




Anche il topo era scappato dopo aver visto il livello di sporcizia. Penso che da quando è caduto il muro di Berlino non abbiano mai più pulito. 

Incazzato come due iene (quella di prima più la seconda a causa del topo) sono tornato alla Deception chiedendo di cambiar stanza. Ovviamente non ne avevano, così mi son trovato a rompere le balle al mio collega (e amico per fortuna) Francisco per condividere il lettone matrimoniale. 

A letto. Notte… o quasi… dato che due solerti colleghi UN si erano messi a fare quattro chiacchiere stile bar proprio davanti alla nostra porta e senza nessuna intenzione di andarsene via.

Dopo aver consigliato loro di andare a rompere i c.. altrove, finalmente siamo riusciti a dormire. Ovviamente con incubi, addirittura il mio ex capo servizio inglese, Peut Mieux Faire (PMF dalle iniziali del nome), un viscido servo del capitale e dell’aristocrazia inglese venuto a disturbare i miei sogni.


Vabbè, adesso aeroporto e poi domani… casa

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