Visualizzazioni totali

giovedì 24 marzo 2022

Il lungo, progressivo e inesorabile cammino verso la guerra


La maschera è stata tolta. Se all’inizio eravamo tutti convinti che il problema centrale dell’attuale guerra in Ucraina fosse la richiesta di quest’ultima di entrare nella Nato, l’ultimo discorso pubblico di Putin allo stadio ha confermato che le cose non stanno così. 

 

Il sogno di ricostruire la Grande Russia è l’incubo che lo tormenta da anni, ce l’aveva detto in tanti modi, distruggendo la Cecenia per esempio, ma noi avevamo difficoltà a capirlo. Putin ha una sola ossessione in mente, riprendersi quello che, secondo lui, la madre Russia ha perso come territori a causa dell’Occidente traditore e infingardo. Nel mirino entrano quindi a pieno titolo la Moldavia e la Georgia, a cui faranno seguito la Polonia e i Baltici.

 

Dal suo punto di vista, noi occidentali siamo diventati dei mollaccioni, incapaci di reagire quando il gioco si fa duro. Il ritiro disonorevole di Obama di fronte al siriano Bashar-al-Assad dopo i bombardamenti all’arma chimica del 2012-2013, dopo avergli indicato che quella sarebbe stata la linea rossa da non oltrepassare, hanno fatto pensare a Putin che non reagiremo neanche in futuro. L’anno successivo (2014) si prese la Crimea, e noi zitti, e poi ancora ha mandato i suoi mercenari a promuovere una guerra nel Donbass, per far credere a una specie di auto-rivolta che non è mai esistita (e noi ancora nulla). Adesso quindi è partito con tutta l’Ucraina, e le nostre reazioni sono state: marce per la pace! Putin deve essere ancora lì a ridere, dicendosi che se son queste le reazioni, può star tranquillo.

 

Non si aspettava però che fossero gli ucraini tutti a reagire, ed eccolo lì impantanato in una guerra che rischia tempi lunghi ed esito incerto. 

 

Oramai tutti i ponti sono stati tagliati e indietro non sembra possibile tornare. Qualsiasi pretesa avanzasse adesso la Russia a un eventuale tavolo negoziale, dato che dovrà essere accettata da un referendum popolare dal popolo ucraino, non esiste margine alcuno. I Russi stanno radendo al suolo scuole, case, ospedali e tutta la città di Mariupol, chiarendo che vogliono andare avanti fino all’esito finale. 

 

Per fortuna abbiamo aumentato le capacità difensive degli ucraini, ma ricordiamoci che a ogni impasse, Putin reagisce, come sempre ha fatto, passando al livello superiore. Le prime notizie sull’uso di armi chimiche, il fosforo bianco, già stanno circolando, ma ancora una volta l’occidente spende parole vagamente minacciose che non lo fermeranno. Il livello successivo lo conosciamo, e il ministro francese della salute lo ha annunciato ai francesi: abbiamo scorte di iodio (per le radiazioni nucleari) per tutta la popolazione (https://www.rtl.fr/actu/politique/nucleaire-la-france-detient-suffisamment-de-pastilles-d-iode-selon-olivier-veran-7900136688). Da noi, come al solito, si fanno i vaghi, ma non ci sono dubbi che a livello governativo sia chiaro che il rischio di arrivare alla guerra nucleare è sul tavolo.

 

Putin capisce solo la logica della forza e finora ha avuto ragione lui, dato che non abbiamo mai reagito. L’idea che ai suoi confini possa instaurarsi un regime democratico, su quella che è stata la culla della madre Russia, proprio non lo può tollerare. Democrazia, libertà di stampa, istituzioni indipendenti, sono istigazioni del diavolo che il suo sodale patriarca Kirill si premunisce di indicare dal pulpito delle sue chiese.

 

Decenni di indottrinamento stile berlusconiano, hanno ridotto i russi a un gregge mansueto di imbecilli che credono qualsiasi storia venga propinata dal capo supremo. Ovviamente i russi non sanno nulla di quello che i loro soldati stanno facendo in Ucraina e di quello che i barbari islamici delle milizie cecene fanno alle donne e uomini che resistono ai loro attacchi. Sono ancora lì a credere che sia stata l’Ucraina ad attaccare la Russia, ascoltano Putin parlare di “genocidio” nell’est del paese, laddove lui stesso ha provocato la guerra con l’invio di truppe cammuffate, e credono veramente che sia l’Occidente che vuol far sparire la Russia. Insomma, adesso bisogna resistere, con l’obiettivo iniziale di eliminare Putin, definitivamente, dato che con lui non sarà più possibile intenderci, e poi bisognerà prepararsi a un lungo lavoro, che spetterà a noi europei, perché è nel nostro interesse, di rieducare il popolo russo a quei principi che non hanno mai conosciuto: libertà di opinione, pluralità di informazioni, istituzioni indipendenti etc. etc. Bisognerà riprendere in mano i manuali scolastici, fatti riscrivere da Putin in questi anni, per ristabilire una volta per tutte un filo di verità condivisa, ma tutto questo porterà via molto più tempo ed energie.

 

Ci sarà, probabilmente, una guerra molto dura, ma il dopo sarà ancora più complicato. Eliminare Putin è un dettaglio, bisogna mettere basi per una democratizzazione della popolazione, e qui, come vediamo anche in casa americana, è un lavoro che non finisce mai.     

Nessun commento:

Posta un commento