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sabato 19 febbraio 2022

FAO Carta dei contadini: un aggiornamento necessario


https://digitallibrary.un.org/record/1135

"Luglio 1979 segna un'importante pietra miliare nella lunga e difficile lotta contro la povertà e la fame: l'adozione da parte della Conferenza mondiale sulla riforma agraria e lo sviluppo rurale a Roma di una dichiarazione di principi e di un programma d'azione. 

 

La Dichiarazione di principi e il Programma d'azione costituiscono, di fatto, la carta dei poveri delle campagne, meglio conosciuta come la Carta dei contadini. 

 

Questa pubblicazione è indirizzata a intellettuali, pensatori e scrittori, così come a leader sociali e politici; è destinata a tutti coloro che possono contribuire a diffondere il messaggio della Conferenza Mondiale. La FAO spera che costituisca una svolta decisiva nella storia della lotta dell'uomo contro la povertà". Firmato: Eduard Saouma, direttore generale della FAO 

 

Era un'epoca in cui il tono era dato dalla forte presenza dello Stato nella gestione dell'economia e della società. Qualche settimana/mese dopo arrivò l'uragano neoliberale, con Margaret Thatcher in Inghilterra e Ronald Reagan negli Stati Uniti che presero il potere. Da allora, fino a un paio di anni fa, parlare di un ruolo importante per lo Stato sembrava blasfemo.

 

Grazie a COVID-19, il mondo intero è stato costretto a chiedersi se questo modello neoliberale fosse "la" soluzione ai suoi problemi, e la risposta, da molte parti, è stata un clamoroso NO! 

 

È ovvio che le forze neoliberali non vogliono perdere il potere che detengono, ma per la prima volta in poco meno di mezzo secolo, c'è una consapevolezza generale che abbiamo bisogno di uno stato capace di prendersi cura dei suoi cittadini. 

 

Il modello neoliberale ha anche accelerato una crisi agraria che era già in corso, aggiungendo una crisi ecologica e aprendo la strada a una neocolonizzazione digitale ancora più pericolosa.

 

Le risorse naturali si riducono di giorno in giorno, il loro accaparramento aumenta, così come i conflitti legati al loro controllo, ormai presenti nella maggior parte dei paesi del mondo.

 

Di fronte a questo impoverimento economico, sociale, ecologico e culturale, per la prima volta dopo molto tempo c'è la possibilità di riaprire queste questioni agrarie da una nuova finestra: partendo da una visione di genere che, riconoscendo la diversità di uomini e donne, si muove verso l'uguaglianza non solo nella sfera pubblica, ma anche da un riequilibrio della sfera privata.

 

Poiché il nostro ambito di lavoro è la questione agraria, vogliamo annunciare la volontà di un gruppo di persone appartenenti a diverse organizzazioni e associazioni di riprendere questo documento, la Carta dei Contadini, per promuovere un necessario aggiornamento alla luce delle riflessioni eco-femministe, che ci permetta di riportarlo all'attenzione di governi, intellettuali, partiti e movimenti politici, affinché si possa aprire un percorso di convergenza di azione. 

 

Non si tratta solo di prestare attenzione al mondo agrario: il primo obiettivo della Carta dei Contadini affermava già la necessità di "formulare obiettivi e traguardi per lo sviluppo economico e sociale delle zone rurali, tenendo in debito conto l'equilibrio ecologico e la conservazione e il rinnovo delle risorse". Per questo un'attenzione particolare, anche se non esclusiva, sarà dedicata, nella fase di costruzione dell'alleanza, a quella parte del mondo cattolico e laico che si riconosce nei principi dichiarati da Papa Francesco nella sua enciclica Laudato Si'. Cercheremo contatti con i movimenti e le associazioni femministe affinché possano contribuire ad innaffiare il pensiero agrario con le loro esperienze e proposte, all'interno di una matrice che si costituirà intorno alle parole di Dialogo, Negoziazione e Concertazione delle azioni.

 

La Carta dei contadini, scritta in un periodo in cui la questione di genere non era ancora dominante, ma cominciava a far sentire la sua voce (con la conferenza di Pechino del 1975), soffre di un certo pregiudizio maschile, anche se alcuni principi erano già chiari all'epoca: "le donne dovrebbero partecipare e contribuire in condizioni di parità con gli uomini ai processi sociali, economici e politici dello sviluppo rurale e condividere pienamente i benefici del miglioramento delle condizioni di vita nelle zone rurali". 

 

Così abbiamo una base di partenza. Grazie al nostro lavoro precedente e/o attuale, abbiamo una serie di contatti con organizzazioni, movimenti e intellettuali a cui chiederemo di aiutarci a costruire uno spazio democratico e aperto di dialogo e riflessione, in modo da poter abbattere le barriere e costruire ponti al di fuori del nostro settore storico di azione. Se le condizioni sono giuste, ci avvicineremo anche alle agenzie del sistema delle Nazioni Unite per vedere quale collaborazione è possibile. D'altra parte, è chiaro che saremo particolarmente attenti a non permettere alcun tipo di manipolazione da parte di persone e/o istituzioni che fanno parte del sistema economico-finanziario che è stato costruito sul modello neoliberale. La scelta politica è chiara: siamo sul lato sinistro della mappa politica!

 

Per il momento questo messaggio serve a richiamare l'attenzione di coloro che sono interessati a questi temi e che vorrebbero sostenere un'ulteriore riflessione. Sono in corso discussioni all'interno di alcune organizzazioni per definire meglio il profilo istituzionale dell'iniziativa. Quello che è certo è che c'è bisogno di stimolare questa parte del dibattito femminista, ed è per questo che lo faremo, anche se è solo con individui non organizzati. Invitiamo coloro che sono interessati ad esprimersi per posta, utilizzando, per il momento, il mio indirizzo privato: 


paologroppo60@gmail.com

 

A seconda delle vostre reazioni, decideremo come andare avanti e quale orizzonte temporale darci.

 

 

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