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martedì 4 maggio 2010

Lettera per C.

Una telefonata domenica sera, cosí, per raccontarsi, “desabafar” come dicono i brasiliani: Desabafar não resolve nenhum problema , mas ajuda a sentir-nos leves para começar a procurar a solução... (sfogarsi non risolve nessun problema, peró aiuta a sentirsi leggeri per cominciare a cercare la soluzione).

Mi sono tornate in mente le lunghe discussioni degli anni universitari, io che volevo rifare il mondo, tu che mi dicevi “va lá, pensa a studiare!”, le cene con gli altri, Andrea alla chitarra, Roberto, Lucia e Brunetto dei ricchi e poveri, Lisa, Alberto, Piero, le tue sorelle che passavano, poi arrivava Steto, Marco e fra una bottiglia e l’altra si faceva gruppo, si imparava a comunicare, a parlarci.

A cosa servono le parole? Te ne rendi conto quando cominciano a mancarti. Sembra quasi che se ne vadano con gli anni, si seccano e ti restano in bocca solo quelle per parlar dei figli, del mondo che va e non va; ti mancano le parole per raccontarti, e le cerchi dentro perché sai che in fondo le hai lasciate lí, ad aspettare. Devi cercarle, ogni giorno, dirle a voce alta, io ci sono, esisto, faccio gruppo attorno a me o, per dirla col mio cantautore preferito: Ho ancora la forza!

Arriviamo ad un anno fatidico, in un momento di crisi del mondo intero, e a volte ci lasciamo impressionare, ci cade il mondo addosso e non sai da che parte ricominciare. Ma è un inverno che passa, al quale ti sei preparata tanto tempo fa, sei cresciuta pian piano dentro di te, non sei piú la sbarazzina del liceo o la paciolosa di quei tempi. Sei diventata grande, hai imparato a vivere e quindi a soffrire, ma la farfalla che era in te è uscita ed ha imparato a volare anni fa, forse nel momento di separarti. Volar da sola ti è costato caro e impari ogni giorno quanto sia duro. Ma dentro si te sai che ne è valsa la pena, e che questo momento passerá.

Ti sono vicino, come lo sono stato, da lontano, in tutti questi anni. Ti dedico queste poche righe perché tu possa ritornare a guardarti allo specchio e ritrovare il sorriso, la voglia di vivere e quell’energia che tutti ti abbiamo sempre invidiato.

Fossi un poeta ti avrei scritto qualche verso, ma sono solo un geometra, poco padrone della scrittura, ma sicuro dell’amicizia che sento per te.

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