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domenica 23 maggio 2010

Ventiseiesimo libro 2010: Muro di fuoco - Henning Mankell


Marsilio Editore Collana Tascabili


Tynnes Falk, un uomo in perfetta salute, muore senza causa apparente poco dopo aver utilizzato il Bancomat. Johann Lundberg, tassista, muore in ospedale dopo essere stato aggredito da due ragazze, Sonja Hökberg e Eva Persson, quest’ultima minorenne. La stessa Sonja, fuggita dalla stazione di polizia, provoca suo malgrado un blackout che lascia al buio l’intera Scania quando viene rinvenuta cadavere in una centrale elettrica sperduta in mezzo alla campagna gelata. Un uomo viene fatto a pezzi dall’elica di una nave. Mentre indaga insieme ai colleghi su questi casi apparentemente slegati tra loro, il commissario Kurt Wallander deve anche affrontare problemi interni al dipartimento di polizia e questioni personali. Il commissario Wallander di Muro di fuoco è un poliziotto vicino alla mezza età che soffre di diabete e stanchezza. Si preoccupa per le sue cattive abitudini, bere e fumare, è oberato dal lavoro, è stato denunciato per metodi violenti, è lontano dalla figlia, assente anche al telefono, ed è così solo che si è ridotto a mettere un annuncio su una rubrica di cuori solitari per trovare una compagna. E, come sempre, è preoccupato dall’inaffidabilità della sua macchina e dall’apparente mancanza di fiducia da parte dei suoi colleghi del distretto di Skåne. Nel corso dell’indagine prende forma una cospirazione a livello mondiale che ha a che vedere con i computer e la Rete. Wallander e i suoi colleghi ricorrono quindi a un giovane hacker, condannato per aver violato il sito del Pentagono, per fronteggiare la minaccia proveniente dai cyber-terroristi. Da qui il sibillino significato di “muro di fuoco”, firewall, cioè il filtro informatico che si oppone alle intrusioni, qui una metafora per descrivere la difesa della società dalle minacce provenienti dall’esterno. La trama appare leggermente obsoleta – d’altra parte il libro è uscito in Svezia nel 1999 – ma non è questo che conta: la tensione, nei gialli di Mankell, nasce dal contrasto tra l’ordine apparente e il disordine criminale. Wallander è un poliziotto ordinario che di fronte al crimine si chiede: cosa sta succedendo alla società? Non è tanto il senso del crimine che gli sfugge, quanto il quadro più generale: come è potuto accadere che la tranquilla Svezia sia diventata teatro di episodi di violenza che non hanno niente da invidiare alle strade del Bronx? È questo il senso delle indagini di Wallander, lo sgomento di fronte ai crimini che trovano radici nel gelido clima scandinavo e che si annidano sotto la superficie asettica e apparentemente ordinata della società svedese.
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