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venerdì 21 maggio 2010

Un viaggio verso gli altri- presentazione a Bracciano

Metto qui il testo della mia presentazione di domenica, per chi non avesse tempo di venire. Un articolo é in preparazione su L'Agone nuovo e dovrebbe uscire la settimana prossima.

Itinerario di un osservatore curioso

Questo video (In viaggio verso gli altri) rappresenta una tappa di un percorso iniziato sette anni fa alla scoperta del territorio dove vivo: Anguillara ed i suoi abitanti.Cominciammo dalla storia recente, degli ultimi cento anni, alla riscoperta di quelle radici contadine, di quell’attaccamento alla terra che portò i paesani tutti a lottare per le loro terre e perché fossero riconosciuti i loro diritti (Anguillara, terra di Dio o degli uomini?).

Questo periodo finisce idealmente con le ultime “occupazioni” del secondo dopoguerra e con l’intervento della polizia che mise in carcere alcuni dei paesani che difendevano quello che era loro. Inizia da lì un dopoguerra segnato dalla ricerca di un senso del crescere da parte del paese che, pian piano, inizia ad integrarsi col resto del territorio: la strada che porta a Trevignano, quella lungolago e poi, con il boom economico e delle macchine, l’arrivo dei romani che cercano un pezzetto di terra per farsi casa. Da lì che inizia a manifestarsi la tentazione di sfruttare l’ambiente, un po’ da furbetti, di rilottizzare i lotti di terra ricevuti dal primo piano regolatore, per vendere pezzetti piccoli e farci i soldi (Anguillara, il senso del crescere).
Ecco, i tratti che mi hanno colpito: l’apertura agli altri, ai “foresti” che venivano a portar soldi; sfruttare una rendita di posizione, vendere terre ma senza poi riuscire a dare un senso compiuto a questa trasformazione che iniziava. Perdita di radici in cambio di soldi, senza rendersi conto cosa significasse questo arrivo di nuova popolazione.Il paese cresce, i soldi girano, c’è lavoro, per cui arrivano sempre di più gli immigrati a cercar lavoro e pian piano il paese sparisce. Resta una minoranza di anguillarini, che tengono stretto il potere politico, ed attorno una maggioranza di anguilla resi, con un numero in forte crescita di immigrati. Molte comunità, moltissime, che, al non trovare uno schema di accoglienza, si rinchiudono in se stesse. L’Anguillara degli anguillarini non sa cosa offrire e si chiude, pian piano, sempre di più. Abbiamo cercato di mostrare questa realtà di immigrati (Quando gli albanesi eravamo noi), in modo da stimolare almeno la curiosità, di cercare di capire chi fossero, cosa lasciassero dietro di loro al venir a cercar fortuna in Italia. Per un momento sembrò che una parte della politica anguillarina lo capisse, tanto che si organizzò anche una festa, il cui obiettivo era di mettere assieme anguillarini e stranieri. La festa riuscì molto bene, e facemmo un video anche su questo (Everybody in the Casa mare), titolo mezzo inglese e mezzo romeno, tuttora inedito; non vennero gli anguillarini, e tutto finì lì, nemmeno il video venne mai mostrato, tanto poco era l’interesse sul tema.
Ognuno si è rinchiuso a casa sua, noi abbiamo continuato a raccontare pezzi di un mondo che spariva (un video sugli ultimi pescatori, anche questo inedito) ed uno precedente sulle donne, le vecchie anguillarine, con un parallelo con la mia terra, il Veneto, per mostrare come fossero simili le radici paesane antiche. Si è andati avanti con la speculazione immobiliare, con un rapporto sempre più conflittuale col territorio, mostrando chiaramente come quello che premiava era l’interesse individuale, a scapito di tutto ciò che era fare comunità. Nulla di nuovo sotto il sole, questo era ed è quello che offre la società attuale, e quella italiana in particolare. Io guardo da fuori questi cambiamenti, vedo e sento crescere una frattura fra gli uni e gli altri. Il razzismo è ancora strisciante, ma tutto inizia dal non voler sapere chi siano gli altri, quali le loro storie, i perché delle loro scelte. Poi si va avanti con le frasi classiche: tornatene a casa tua, cosa sei venuto a fare qua… che molti di noi ci siamo sentiti dire, anch’io le ho ricevute, cosi come mia moglie. Un passo alla volta la società si disgrega … e ci si allontana gli uni dagli altri.Da tutto questo nasce Un Viaggio verso gli altri. La curiosità che è parte di me, il passar davanti ogni giorno alla Cusmano, la voglia di sapere cosa succedesse li dentro: ecco, tutto questo si materializza un giorno a pranzo, quando il mio amico Massimo, che lì dentro ci lavora, mi spiega, fra un bicchiere e l’altro, chi siano, che senso abbia questo progetto, le difficoltà ed anche i risultati. I contatti vengono stabiliti, con Massimiliano iniziamo ad andare a parlare con Amedeo, con le suore e poi con Francesco. Pian piano ci diventa chiaro che bisogna farlo questo video, perché lì dentro quello che producono è un bene che non ha prezzo: producono speranza, fiducia e ridanno credibilità a degli esclusi. Il video diventa quindi un messaggio, non sulla questione della droga; leggerlo in questo modo sarebbe riduttivo, va al di là, vuol raccontare loro, gli operatori, la forza che sono riusciti a trovare dentro se stessi, in un momento quando la società va esattamente nella direzione opposta, verso l’individualismo puro, ecco loro creano comunità, fanno società. Nessuno può garantire i risultati, ma ci provano, coinvolgono tutti in questa strada lunga e difficile. Noi speriamo solo di esser riusciti a rendere in maniera visiva questi gesti quotidiani, questa voglia laica di credere nell’uomo. A voi di giudicare.

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