Così cantava Fabio Concato, pensando a cose più amene che alle prossime elezioni. Giornata particolare il 4 marzo, che a noi piace ricordare per un titolo evocativo di una canzone che il grande Lucio Dalla presentò a Sanremo nel lontano 1971. Giornata particolare perché, a detta del “gaffeur” Junker, l’Italia rischierebbe di ritrovarsi senza stabilità governativa.
Che questa frase fosse un salvagente per incitare a votare il governo uscente era abbastanza chiaro. L’invasione di campo è stata criticata da molti, ma quasi altrettanti hanno detto e scritto che, al di là della boutade, la frase ricordava una verità evidente e cioè che, con questa legge, non ci sarà nessuna maggioranza possibile e quindi si rischia l’instabilità.
Capisco l’ansia di tanti appartenenti alle classi alte di voler incitare il/la cittadino/a lambda ad andare a votare per quei partiti che assicurano la “stabilità”, ma non posso non ricordare come i margini di manovra esistenti per qualsiasi governo europeo, non solo italiano, sono ogni giorno più ristretti da una serie di decisioni economico-finanziarie prese a Bruxelles che rendono superflua la discussione sul chi vincerà domenica fra PD, Forza Italia e 5 stelle. Abbiamo oramai capito, o almeno lo spero, che con i fiscal compact e decisioni simili, quello che conta ai piani alti è la manutenzione del sistema attuale tale e quale lo hanno costruito. Soldi (a carrettate) per salvare le banche li hanno trovati. Tempo e risorse per combattere le varie mafie, questo mai. Soldi per difendere il territorio, ancor meno e idee per pensare un futuro al di fuori delle emergenze, questo sembra proprio che non interessi nessuno di quei grandi blocchi. E non gli interessa perché le carte buone, quelle vincenti, vengono distribuite in funzione del grado di asservimento ai potentati neoliberali che occupano spazi sempre più voraci di potere in molti paesi.
Di conseguenza verrebbe da parafrasare il vecchio truffatore Craxi quando invitava gli italiani ad andare al mare, cosa che, grazie al maltempo incombente, non potremo fare. Avevo anch’io una mezza idea di non andare più a votare, ancor di più dopo aver letto i programmi di questi blocchi rispetto ad alcune priorità che mi sono care. Quindi nessuno di quei tre, anzi stiamoci lontani.
A quel punto restano poche scelte, ma io un’idea me la sono fatta, e consiglio a chi ancora sia indeciso se andare o meno, di fare un giro anche sui programmi di altre liste, meno famose e con molto meno spazio pubblico per presentarsi. Non sono tutti uguali, qualcuno esiste ancora che mette insieme un pacchetto ragionevole di idee concrete e sogni necessari.
Mi sento più speranzoso oggi di qualche settimana fa.
Vedremo lunedì.