Tanto ancora resta da dire del Paraguay, cercheró di trovare il tempo per riflettere un po' su quanto visto, ascoltato e detto. Nel frattempo eccomi arrivato in Colombia, alcune ore a Bogotá prima di partire, fra poco, per Cartagena.
Oggi votano, sia per primarie di alcuni partiti in vista delle future presidenziali di maggio sia per deputati e senatori e, come succede in molti paesi, hanno decretato Ley seca per cui non si beve nulla di alcolico nei locali fino a stasera (o domani? vedremo).
Erano anni che non ripassavo e fa piacere rivedere la cittá. Finisce l'epoca Uribe che, se da un lato sembra esser riuscito a metter la museruola alla guerriglia, dall' altra ha visto un "repunte" della violenza urbana, degli assalti e in maniera generale un deterioramento della vita in cittá, il tutto risultato di un peggioramento del clima economico che cominica ad avere riflessi negativi sul sociale. La gara futura sembra aperta, per questo i giornali parlano tanto di politica. Colombia é un paese intellettuale, dove si pensa, si scrive e si discute in maniera molto completa ed aperta. Entrare in una libreria in centro (non ricordo il nome ma lo troveró perché voglio ritornarci) é come andare alla FNAC di Parigi, torvi tanta, ma proprio tanta roba. Se ho capito bene anche il mio amico Darío Fajardo ha pubblicato qualcosa di nuovo: lui é uno dei grandi del tema tierra, e molto modesto nel suo presentarsi. Sono felice di esserne amico. Chi volesse capire la strada per pacificare il paese, sul serio, non ha che da leggere il suo precedente Para sembrar la paz hay que aflojar la tierra..
adesso vado a comprarmi i settimanali e parto per l'aeroporto
domenica 14 marzo 2010
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