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sabato 15 gennaio 2011

Tunisia: qualcosa si è mosso!!!


Pochi giorni fa (7 gennaio) scrivevo che qualcosa si muoveva nel piccolo Maghreb, in particolare in Tunisia ed Algeria. Il giorno dopo, augurando un buon anno e una buona crisi a tutti, ricordavo come gli scenari che abbiamo davanti, ci piaccia o meno, saranno quelli di maggiore conflittualità. Che questo porti a un ras-le-bol (averne le palle piene) da parte della popolazione che assiste sempre più inerme a queste truffe planetarie organizzate in nome del dio mercato e "per il nostro bene", con la giustificazione che non si può fare altrimenti .. beh, non dovrebbe stupire troppo.

Ma a volte la sorpresa c'è sul serio. Che i tunisini siano riusciti a cacciare via un presidente dittatore (arrivato al potere con un colpo di stato camuffato, ma sempre colpo di stato) val la pena esser ricordato come un buon segnale per il 2011. Che adesso l'esercito, polizia e facce nuove della stessa corruzione cerchino di calmare gli spiriti bollenti e riprendere in mano la situazione è la cosa più ovvia. I nostri ineffabili governi, in particlare l'Italia e la Francia, hanno dimostrato una capacità incredibile di scegliere sempre il carro sbagliato. Di fronte alle proteste di piazza, democratiche e non violente della popolazione povera, repressa dalle forze militari e poliziesche di un dittatore, ambedue hanno scelto l'appoggio al governo e non alla gente. Questo almeno ha il pregio di chiarire cosa voglia dire essere conservatori e destrorsi: stare sempre col potere, per quanto impresentabile sia.

Adesso dire che da oggi nasce una nuova Tunisia forse è un po' troppo. Tutto è stato così spontaneo e non è evidente che queste forze riescano a darsi una organizzazione e trasformarsi in qualcosa che assuma il ruolo di agente di cambio. Il presidente interino viene dalla stessa combriccola, ma vedremo nei prossimi giorni se la gente considererà questo sufficiente.

Sogniamo una Tunisia più democratica, che dia l'esempio agli altri popoli arabi a prendere in mano i loro destini e cacciar via tutti i dittatori, militari e sfruttatori che li controllano da troppo tempo. Ragioni per pensare che questo non sarà un caso isolato ce ne sono. Magari non nell'immediato, perchè adesso si faranno sforzi (nascosti) per controllare lespeculazioni sui prodotti di prima necessità (grano, zucchero, cipolle etc..). Ma la tendenza di fondo è quella: gli speculatori preferiscono fare biodiesel col mais, grano e altri prodotti, per cui, di fronte a una domanda in costante lenta crescita, l'offerta non potrà seguire altrettanto facilmente. Picchi di crisi arriveranno, seguiti da momenti di stasi e magari di ridiscesa dei prezzi: ma le terre buone sono limitate e, malgrado quel che si pensa, sono in diminuzione. Restano terre di limitata qualità che avrebbero bisogno di forti investimenti, quegli stessi che non sono mai stati fatti in 50 anni. Poi mancherà l'acqua: le produzioni industriali, moderne, richiedono terre buone e molta acqua.. e questo non sarà più così facile nel futuro. Quindi chiudiamo ricordando un vecchio slogan, leggermente modificato:

1, 100, 1000 Tunisie!

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