Visualizzazioni totali

giovedì 6 gennaio 2011

Quanto conta un cane/gatto?

Tornati stamattina dall’annuale giro di parenti e amici, con una contabilità chilometrica ben sopportata dal miglior modello citroen mai prodotto dai tempi della deèsse (DS) e un po’ meno forse dai nostri lombi, abbiamo aperto il cancello e chiamato la troupe di animali che abbiamo a casa: 2 gatti (il vecchio Tigre, vero capo branco, e Minette, più giovane e rustica) e 3 cani (Nira, come il suo colore, SDF – sans domicile fixe, il volpino e Jobi Joba, l’ultimo arrivato, il più simpatico e l’unico vero difensore del territorio). Proprio lui mancava, mente gli altri erano lì attorno alla macchina.

Sceso per cercarlo, lo vedo uscire dal garage camminando pian pianino, testa bassa; gli chiedo cosa sia successo e lo guardo … e vedo una ferita enorme, 20 cm di altezza e almeno 6-8 di larghezza, con pezzi di carne fuori e l’impressione che una bestia l’abbia sbranata selvaggiamente. Xuor ha avuto un primo riflesso di pianto e spavento per quello che vedeva.

Messo in macchina e via di corsa dal veterinario, fortunatamente ancora aperto. I nostri pensieri erano all’unisono: non arriverà alla fine della giornata, troppo grossa e profonda sembra quella sbranatura.

Il veterinario gli ha dato un primo antidolorifico, ha pulito la ferita e ci ha dato appuntamento alle 6 per una operazione che è iniziata finchè scrivo. Sarà lunga, lui dice che sembra più superficiale di quanto appaia a prima vista, anche se pezzi di muscolatura sono stati strappati via. Dovrà vedere se non ci sono conseguenze interne. Ne avrà per un paio d’ore, e noi siamo qua a renderci conto di quanto conti, nell’affetto umano, la presenza di un cane e/o gatto.

Sono triste, svuotato, e come me lo è anche Xuor. Aspettiamo, altro non possiamo fare. Difficile dire cosa si senta in questi momenti, ripensi a Olga, lo Snautzer che, a meno di due anni, si trovò con un tumore che lo portò direttamente dalla visita al veterinario alla sepoltura, lasciandoci senza parole, Olga, il nostro primo cane. Nira è venuta dallo stesso canile, con un fratellino Fritz simpatico come lei. Poi un giorno ci trovammo davanti casa Zebina, un doberman che, in teoria, doveva metterci una paura blu. Anche lui sembrava mal messo tanto che il veterinario dell’epoca (un altro), ci disse che non valeva nemmeno la pena provare a curarlo perché in capo a due settimane sarebbe morto. Mai profezia fu più sbagliata. Passò l’inverno, si rimise in forma, giocò molto con noi e gli operai che venivano a casa. Con lui arrivò anche SDF, una volpina mezza storta che deve esser stata battuta parecchio quando era piccola dato che non ha mai accettato di farsi carezzare la testa dalla paura.

Un bel mattino Zebina se ne andò, e Fritz decise di andare a vedere il mondo con lui. Se un doberman poteva sperare di incutere timore ai Maremmani dei pecorari che girano da noi, cattivi quanto mai, un Fritzzetto piccoletto e che non aveva mai varcato il cancello di casa non aveva molte speranze di farcela. Sua sorella Nira, più saggia, restò con noi, assieme a SDF. Col tempo crescevano, libere di andare e venire, paurose dei temporali e delle fucilate dei cacciatori che ogni tanto sparavano a chissà che poi…

Un giorno di pioggia e temporale forte ci trovammo un cuccioletto dentro il garage. Io non volevo più animali perché nel frattempo era arrivata anche Minette, a far compagnia al Vecchio, ma sempre abile, Tigre e quindi ne avevamo già quattro. Ma il cuccioletto sapeva farsi amare e ci dette subito la zampa. E ogni volta che provavo a mandarlo via lui tornava a darmi la zampa. Alla fine quindi vinse lui. Lo battezzammo Jobi le Gentil, dato il carattere gentile, ma il giardiniere trovava difficile chiamarlo alla francese per cui lo ribattezzò Jobi Joba (dalla famosa canzone).

Jobi sembra un vero cane da guardia, ma in realtà è il più gentile di tutti, sempre a camminarci tra i piedi, a cercare una carezza e star assieme a noi o agli amici che passano da queste parti.

E’ passata quasi un’ora da quando lo abbiamo lasciato, e fra un po’ torneremo dal veto per sentire come è andata. Incrociamo le dita. Fa freddo fuori, anche in casa dato che era chiusa da due settimane, ma anche noi abbiamo freddo...

5 gennaio, ore 18.45

1 commento:

  1. et alors? L'operation est reussie et Jobi est sauvé? Sophie à peine rentrée

    RispondiElimina