Un sabato mattina iniziato ricordando che a Pitigliano avrebbero seppellito il figlio di una collega, morto per un incidente di moto nel pieno della gioventú. A casa lavori a montare i mobili e a preparare il vernissage di Mauro. Un amico ti scrive dal Paraguay, per ricordarti che stanno cercando di far partire questa politica di sviluppo agricolo che stai aiutando a preparare. Un’altra amica sta tornando dal Darfur verso Kartoum, in attesa di vederci lí con tutta la squadra giovedi prossimo.
Notizie dalla radio sul Giappone, sempre piú drammatiche, non trovano traccia di dieci mila persone, e alcune centrali nucleari danno segni di crisi. Ti prepari un’insalata e due uova a pranzo, mentre Francisco ti scrive dall’Angola a proposito dei visti. Una bella avventura, andar giú con figli piccoli, ma non gli manca il coraggio. E’arrivato Mario, col fratello, per taglaire un po’di elgna e soprattutto cominciare a tagaire il cedro. L’albero piú grande che abbiamo a casa, ma è pieno di processionarie e si sta ammalando e, soprattutto, sta cominciando a spaccare il muro e balla un po’troppo quando c’è burrasca, per cui abbiamo deciso di toglierlo e lasciar piú spazio agli alberi vicini.
Pomeriggio al Flaminio: prima volta allo stadio da parecchi decenni e soprattutto prima volta ad un match di rugby. Grande festa, colori, odori, sorrisi, gente diversa che sta bene assieme. Si cantano gli inni, si tifa per la propria squadra poi una vince e l’altra no. Una pizza per festeggiare, fare il punto con tua figlia a Parigi, felice perché il suo “copain” arriverá fra poco.
Un po’ di lettura, fare il punto sul Giappone, il blackberry per rispondere a Chris in Mozambico, poi sentire Mauro angosciato per il suo vernissage e a letto.
Domenica mattina ci si alza presto, buona musica in sottofondo, cucinare fino a mezzogiorno per la promessa fatta di organizzargli questa serata. Arrivano notizie dal Nepal, esco a prendere il giornale e incontro il Signor Pietro, “fischietto” per gli amici. Due chiacchere con lui ma poi via perché piove e fa un freddo cane.
Aperitivo, un occhio al giornale, un pranzo veloce guardando i telegiornali: come sono andate le manifestazioni per la Costituzione, ultime notizie dal Giappone, il fiasco dei francesi. Un po’di football, poco peró dato che l’Inter ha quasi buttato via la rincorsa scudetto. Un pomeriggio freddo e piovoso, con quei colori che da piccolo ti davano una tristezza infinita.
E poi via da Mauro, portando da mangiare e bere per un esercito. Tanta gente, uno spazio grande, che val la pena vedere perché finalmente i suoi grandi quadri hanno uno spazio appropriato, cosí come le opere in ferro. Una serata allegra, poi torni a casa, la truppa di cani e gatti felici di rivederti. Le cose peggiorano in Giappone, si parla si rischio nucleare, pensi alla settimana che ti attende, a queste due righe che volevi scrivere, giusto per sentire la vita che va, infinitamente triste a momenti, da un’altra parte gioiosa, ma mai noiosa. Sará una settimana che partirá dall’Uganda, con un altro Mario che arriverá domattina, poi salteremo in Angola, Sudafrica e Mozambico. Il tour continuerá in Nepal e Pakistan, magari con un salto in Paraguay prima di prendere il volo mercoledí per il Darfur. Spero di riportare qualche foto.
lunedì 14 marzo 2011
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