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lunedì 28 marzo 2011

L 14: La fortuna non esiste - Mario Calabresi


2009, Editore Mondadori (collana Strade blu. Non Fiction)

"Non importa quante volte cadi. Quello che conta è la velocità con cui ti rimetti in piedi." Come si esce da una crisi, come si supera una perdita, un insuccesso, un fallimento? C'è chi ha avuto la forza di rimettersi in piedi dopo che l'azienda in cui lavorava ha chiuso, chi ha rifiutato di arrendersi dopo che la recessione lo aveva costretto a vendere la casa in cui viveva e a partire per chissà dove, chi ha ritrovato la forza di andare avanti dopo che un lutto sembrava avergli tolto una ragione per vivere. Due anni in viaggio attraverso l'America, trentasei Stati, l'elezione presidenziale più emozionante che si ricordi e tante vite di gente comune. Ma al centro di tutto questo per Mario Calabresi c'è una sola domanda: che cosa accade nel cuore di chi cade e trova la forza di rialzarsi? Magari con fatica, con dolore, ma con tenacia incrollabile e soprattutto senza aspettare la fortuna? Qual è il segreto di una nazione e della sua gente, capace da sempre - ma oggi più che mai - di reinventarsi da zero, di darsi una seconda chance, di eleggere un presidente nero contro ogni previsione, di rimettersi in cammino anche dopo che la più grave recessione del dopoguerra ha travolto la vita di milioni di persone?

La recensione di IBS libri
"Prima si semina, poi si coltiva e solo alla fine si raccoglie". Potrebbe essere questo slogan, tratto dall'ultima campagna elettorale di Barack Obama, quella del Change promesso, il messaggio che Mario Calabresi vuole lanciare ai lettori di questo suo nuovo libro. Il neodirettore de La Stampa ha raccolto in queste pagine una serie di ritratti dell'America di oggi che vuole rialzarsi dalla crisi del 2008, racconti frutto del suo lavoro di inviato per la Repubblica al seguito del presidente degli Stati Uniti, dai quali emerge forte la capacità di chi impara a seminare idee, imprese o progetti nelle terre impossibili, la tenacia di tutti coloro che hanno fede nel fatto che prima o poi «il raccolto arriverà».
Un libro positivo sulla voglia di fare, di crescere, su quell'"ottimismo della volontà" di gramsciana memoria, che il nostro Paese sembra avere scordato, un libro che parla di quartieri rinati dal nulla, di un bambino poliomelitico e analfabeta a 13 anni che, per amore di una scatola di matite colorate, riesce a convincere un medico a farlo studiare e camminare. Calabresi parla dell'America, ma sembra rivolgersi al suo Paese. Narra esperienze vere, dignitose, che scuotono dall'inerzia, come quella dei 738 operai della General Motors che una volta licenziati dalla fabbrica di una vita, dove avevano lavorato anche i loro nonni, per il fallimento delle vendite degli enormi Suv da 57.000 dollari l'uno, si sono tutti iscritti al college insieme ai ragazzini per tornare a studiare. Col sussidio di disoccupazione si sono rimessi sui libri, hanno preso lezioni di informatica, frequentato corsi per diventare cuoco, poliziotto, massaggiatrice, infermiere, tecnico dei pannelli solari, radiologo, agricoltore biologico. Per queste persone, come recita il titolo del libro, non solo «la fortuna non esiste», ma «la differenza tra un disastro e un'avventura è solo la tua attitudine». Una bella iniezione di fiducia che arriva da persone che si sono rialzate e che avevano perso tutto, chi la casa, chi il lavoro, chi una o due gambe. Sono persone rinate a nuova vita, proprio come successe alla nonna dell'autore, Maria Tessa, che il 5 gennaio 1915, in una fredda casa di Torino, era stata data come nata morta per l'emorragia della madre. Fu invece, miracolosamente, salvata da un dottore che ebbe la voglia di scommettere sulla vita, il coraggio di assumersi il rischio di nutrirla, accudirla e crescerla quando gli altri l'avevano già data per morta.

Bellino, si legge in un attimo, alcune delle storie sono molto toccanti e ti danno coraggio per affrontare ogni giorno le tue rogne. Non va nella top ten ma ci si avvicina.

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